La nuova maggioranza repubblicana alla Camera è ancora incapace di nominare lo speaker, terza carica politica degli Stati Uniti dopo presidente e vicepresidente. Altri quattro turni di votazione giovedì non sono bastati a Kevin McCarthy per raggiungere la soglia richiesta di 218 voti (scesi a 217 per effetto di un'astensione).
Anzi, dopo averne ricevuti a più riprese 201, nel nono è nel decimo turno si è fermato a 200. È rimasto così dietro ad Hakeem Jeffries, che continua a godere dell'appoggio, comunque insufficiente, di tutti e 212 i deputati democratici.
La fronda di una ventina di rappresentanti dell'ala più conservatrice del Grand Old Party impedisce l'elezione del californiano, le cui nuove concessioni non sono bastate per superare le resistenze. Hanno ricevuto voti anche altri due repubblicani, Byron Donalds e Kevin Hern. Nell'ottavo turno c'è anche chi ha fatto il nome dell'ex presidente Donald Trump. Quest'ultimo mercoledì aveva lanciato un appello ai suoi fedelissimi affinché sostenessero McCarthy, ma è stato vano.
Il decimo turno ha reso questa elezione la più lunga da 164 anni a questa parte, perché nel 1923 lo stallo si era risolto al nono round. Nel 1859 ce ne vollero invece 44 per scegliere William Pennington. Si fa sempre più strada l'ipotesi che pure stavolta la vertenza andrà ancora per le lunghe.
Nel frattempo, l'attività parlamentare è paralizzata: i deputati non possono infatti legiferare.
Speaker Camera, niente di fatto per McCarthy
Telegiornale 05.01.2023, 13:30