"Non risponderò alle domande della procuratrice di New York Letitia James sulla possibilità che la mia holding abbia gonfiato il valore dei suoi asset". Lo ha affermato l'ex presidente statunitense Donald Trump in una nota. L'ex inquilino della Casa Bianca ha specificato che ha rifiutato di dare evasione alle questioni sollevate da James "in base al diritto a non autoincriminarsi concesso a ogni cittadino americano dal quinto emendamento della Costituzione".
Donald Trump, per una volta quindi, sceglie il silenzio, a sorpresa, visto che in passato lo stesso tycoon definì il quinto emendamento, in un dibattito elettorale con Hillary Clinton "l'emendamento dei mafiosi". Un'esternazione che, secondo alcuni esperti USA potrebbe trasformarsi "in un boomerang in vista della sua possibile candidatura alle presidenziali 2024 ma che significa anche che, a pochi giorni dalle perquisizioni nella sua casa in Florida, l'ex presidente sembra aver scelto la prudenza e la cautela.
"Una volta mi è stato chiesto: 'Se si è innocenti perché invocare il quinto emendamento?' Ora so la risposta. Quando la tua famiglia, la tua società e tutte le persone nella tua orbita diventano il bersaglio di una infondata caccia alla streghe motivata politicamente non si ha altra scelta", ha incalzato Trump che da giorni si sta dipingendo come la vittima di un sistema corrotto e monopolizzato dai "radicali di sinistra". L'ex presidente conclude con un attacco personale alla procuratrice di New York definendola "razzista" e di "aver costituito una piattaforma politica per perseguirlo".
Direttore FBI preoccupato
Il direttore dell'FBI, Christopher Wray, si è detto preoccupato per le minacce ricevute dai sostenitori di Donald Trump dopo la perquisizione da parte dei suoi agenti della residenza dell'ex presidente in Florida. "Non è qualcosa di cui posso parlare", ha detto a Omaha, in Nebraska, sul blitz dei federali, come riporta Abc News. Tuttavia, ha aggiunto, "le minacce alle forze dell'ordine sono preoccupanti". Wray, come il segretario alla Giustizia, Merrick Garland, e gli agenti che hanno compiuto la perquisizione sono bersagliati da critiche dei repubblicani e dalle minacce, in alcuni casi di morte, sui social dei sostenitori di Trump.