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Ecuador, il narcoboss chiede aiuto al presidente

Pico al presidente Noboa: “Se lei garantisce la mia vita, mi arrendo” - La replica: “Se vuole si costituisca, nessuno glielo impedisce”

  • 12 gennaio, 11:45
  • 12 gennaio, 18:21
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Ispezione di sospetti a Guayaquil

  • Reuters
Di: ATS/joe.p. 

Fabricio Colón Pico, uno dei due maggiori narcoboss dell’Ecuador evasi dal carcere e artefici del caos nel Paese, ha chiesto aiuto al presidente Daniel Noboa per consegnarsi alle autorità.

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Un militare pattuglia una zona commerciale di Quito

  • Reuters

“Non ho nulla da nascondere, voglio arrendermi, signor presidente”, esordisce il leader dei Los Lobos in un video pubblicato sui social. “Sono scappato perché mi avevano detto che mi avrebbero ucciso, la mia vita è in pericolo, per nessun altro motivo”, continua Pico, soprannominato ‘El Salvaje’ (Il Selvaggio). “Capisca, signor presidente: lei garantisce la mia vita, che non mi succederà nulla, e io mi arrendo”, conclude il narcotrafficante, evaso il 9 gennaio dal carcere di Riobamba, 216 chilometri a sud di Quito.

La risposta di Noboa non è tardata. “I terroristi devono essere trattati da terroristi, noi agiremo con fermezza”, ha dichiarato il capo dello Stato, escludendo la possibilità di negoziare con lui, poiché “il Paese è stanco che i criminali stabiliscano le condizioni”. “Se vuole si costituisca, nessuno glielo impedisce”, ha concluso Noboa.

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Telegiornale 11.01.2024, 12:30

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