Emergenza incendi senza fine

Centinaia di abitanti sono stati sfollati oggi, giovedì, per la maggiora parte via mare, dai dintorni di una centrale termica sulla costa turca dell'Egeo, minacciata da uno degli incendi che continuano a bruciare nel Paese, dove i morti sono 8. Le sostanze chimiche pericolose sono state rimosse, ma le fiamme potrebbero raggiungere le migliaia di tonnellate di carbone accumulate nella struttura.

L'area mediterranea è preda delle fiamme in queste settimane: oltre che in Turchia i pompieri continuano a lottare anche nell'Italia meridionale, dove è sotto controllo la situazione in Abruzzo ma continua a preoccupare la Sicilia, e in Grecia, dove i roghi attivi sono oltre 150, alimentati da temperature elevate e forti venti. Decine di abitazioni e villaggi sono stati evacuati sull'isola di Evia, 85 persone che hanno cercato rifugio sulla spiaggia sono state tratte in salvo con dei gommoni e a Olimpia è minacciata la culla dei Giochi. Il premier Mitsotakis ha visitato le aree più colpite del Peloponneso. Finora solo le evacuazioni preventive hanno permesso di evitare vittime.

La situazione resta critica anche nella vastissima quanto poco popolata Jacuzia, nella Siberia russa, dove sono andati in fumo 1,5 milioni di ettari di taiga, e nell'ovest degli Stati Uniti. Qui il gigantesco Dixie Fire - esteso su una superficie di 110'000 ettari - continua la sua corsa che dura da tre settimane nella California settentrionale e nella notte fra mercoledì e giovedì ha raggiunto la cittadina di Greenville, i cui 800 abitanti sono riusciti a fuggire in tempo. Gli edifici sono stati inghiottiti uno dopo l'altro dalle fiamme. "Abbiamo perso Greenville", ha detto il deputato locale Doug LaMalfa. Il Dixie è ora il terzo maggiore incendio nella storia dello Stato. Per precauzione è stato chiuso ai visitatori anche il Lassen Volcanic National, non molto distante.