La città di "Afrin è circondata. Con il volere di Dio, potremmo entrare in qualunque momento". Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan venerdì ad Ankara.
L'esercito turco e le milizie arabo-siriane sue alleate sono giunte a 6 km dal centro dell'enclave curda nel nord della Siria, ha detto Erdogan, ribadendo l'intenzione di attaccare successivamente i curdi dell'Unità di protezione popolare (lYPG) anche a Manbij e a est dell'Eufrate. Erdogan fissa già il prossimo obiettivo: completare l'offensiva nel nord della Siria entro maggio, per dedicarsi poi a un attacco contro le roccaforti curde del Pkk in nord Iraq. Una nuova guerra all'orizzonte, mentre il sangue continua a scorrere, in Siria, nella Ghuta orientale, con almeno 69 vittime civili nelle ultime 48 ore.
La nuova mossa annunciata da Ankara è stata concordata con Baghdad, ha assicurato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. Un asse rafforzato dall'autunno con il fallimento dell'avventuroso referendum per l'indipendenza del Kurdistan iracheno.
ATS/M. Ang.