Mondo

Erdogan: "Il mondo ci sostenga"

Il presidente turco difende le ragioni dell'offensiva in Siria mentre diversi paesi invitano alla mediazione

  • 15 ottobre 2019, 12:54
  • 22 novembre, 20:55
01:10

Notiziario delle 11.00 del 15.10.2019

RSI Info 15.10.2019, 13:10

  • Reuters
Di: ATS/AnP 

"La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati", ha affermato il presidente Recep Tayyip Erdogan, difendendo le ragioni dell'offensiva turca nel nordest della Siria mentre la Russia, per bocca del viceministro degli esteri, spera che non ci sarà uno scontro diretto tra le forze turche e siriane.

"Sono in corso contatti con l'obiettivo di elaborare alcune soluzioni in linea con le norme e i principi del diritto internazionale in conformità con gli interessi legali di tutte le parti coinvolte in questo processo", ha affermato Bogdanov.

Nel frattempo, anche la Cina ha chiesto con urgenza alla Turchia di fermare l'offensiva, mentre lunedì il presidente statunitense Trump, in una telefonata con il suo omologo turco Erdogan, ha intimato ad Ankara lo stop all’invasione turca nel nord della Siria e un cessate il fuoco immediato per avviare trattative con le forze curde.

00:50

Notiziario 9.00 del 15.10.2019 - Il servizio di Emiliano Bos

RSI Info 15.10.2019, 12:51

La Casa Bianca ha anche imposto sanzioni contro tre alti funzionari turchi. Si tratta del ministro della Difesa, Hulusi Akar, del ministro dell'Interno, Suleyman Soylu, e del ministro dell'Energia, Fatih Donmez, oltre ai ministeri della Difesa e dell'Energia nel loro insieme.

Intanto sul terreno truppe turche, siriane e miliziani curdi consolidano le posizioni lungo l'Eufrate e la frontiera turca. Le forze curde hanno lanciato un contrattacco nel settore centrale della linea di confine mentre le forze rivali hanno consolidato il controllo di un territorio che raggiunge l'autostrada strategica M4.

00:56

Notiziario 10.00 del 15.10.2019 - Il servizio di Lorenzo Trombetta

RSI Info 15.10.2019, 12:49

Le forze governative siriane hanno circondato le campagne intorno a Manbij, cittadina chiave ad ovest del fiume, e i simboli del regime siriano sono stati issati anche a Raqqa, fino al 2017 capitale del sedicente IS. Le nuove posizioni permetterebbero di raggiungere il nuovo fronte dell'offensiva turca, ma, al momento, Ankara e Damasco non intendono arrivare ad uno scontro frontale.

Le autorità curde in Siria hanno annunciato martedì la sospensione delle attività di tutte le ONG internazionali e il ritiro dei loro affiliati dal nordest del paese. Le agenzie dell'ONU, da parte loro, possono continuare le loro operazioni nonostante alcune difficoltà.

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