"Se l'Unione Europea (UE) ci accuserà di occupazione della Siria e ostacolerà la nostra operazione militare, apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi". Lo ha affermato giovedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo partito, AKP.
Erdogan è poi tornato ad accusare Bruxelles di non aver rispettato le "promesse", perché non ha ancora trasferito la seconda tranche di 3 miliardi di euro di aiuti per la gestione dei rifugiati siriani, prevista dall'accordo del marzo 2016, rivendicando che la Turchia avrebbe invece speso "40 miliardi di dollari".
Erdogan ha anche rinnovato le critiche all'UE per non aver accettato la Turchia come Paese membro. "Dal '63 fino a ora ci avete tenuti occupati", ha detto, riferendosi all'accordo di associazione che quell'anno ha stabilito le relazioni formali tra Ankara e le istituzioni europee.
I bombardamenti proseguono
I bombardamenti dell'artiglieria e dell'aviazione turca contro obiettivi curdi nel nord-est della Siria proseguono. Il ministero della Difesa di Ankara afferma di colpire solo "terroristi", escludendo attacchi contro la popolazione locale o infrastrutture civili. Secondo la Mezzaluna rossa curda, tuttavia, i morti fra i civili sono finora 10.
RG 18.30 del 10.10.19: la corrispondenza di Filippo Cicciù
RSI Info 10.10.2019, 20:30
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