I reati per i quali è stato processato Stephan Schmidheiny erano prescritti prima ancora del rinvio a giudizio dell’imprenditore svizzero. È quanto sottolineato nelle motivazioni della Cassazione italiana sul verdetto dello scorso 19 novembre sulla vicenda Eternit.
I 15 anni del termine di prescrizione sarebbero infatti scaduti un anno prima del rinvio a giudizio del 2009. La Cassazione sostiene inoltre che l’imputazione di disastro ambientale non era la più adatta da applicare, perché punita con un massimo di 12 annui di reclusione, e che il processo avrebbe dovuto essere per lesioni.
La prescrizione del reato fa cadere anche tutte le richieste di risarcimento presentate dalle parti civili.
ANSA/sf