La difesa dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny al processo Eternit bis, ripreso giovedì a Torino insiste sul 'ne bis in idem', il principio secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto. La causa riguarda la morte di due persone provocata, secondo l'accusa, dall'amianto lavorato nello stabilimento di Cavagnolo.
Schmidheiny è imputato di omicidio colposo; nel 2016 era stato prosciolto per prescrizione dall'accusa di disastro ambientale.
L'avvocato Astolfo Di Amato, anche alla luce dei più recenti orientamenti della giurisprudenza comunitaria, sottolinea che "non è possibile ripetere un processo per fatti che fondamentalmente sono sempre gli stessi" e, fra l'altro, ha chiesto al tribunale di interpellare, eventualmente, la Corte di giustizia Europea, a Lussemburgo.
ATS/ANSA/Swing