Aiutare a localizzare e distruggere i tunnel di Hamas. Nel 2014 era questo l’incarico di Benzion Sanders, ex soldato israeliano. Quando l’escalation delle tensioni aveva portato alla guerra a Gaza, Sanders era stato infatti dispiegato nel nord dell’enclave palestinese, facendo parte di un’unità d’élite alla quale si era unito durante il servizio militare. Uscito dall’esercito, si batte per mettere fine all’occupazione di Gaza. Prima attraverso l’ONG “Breaking the Silence” e ora con la sua organizzazione “Extend”, che si rivolge principalmente agli ebrei americani.
Vittime tra i civili che non riuscivano scappare
“Ci dissero che non c’erano civili, che era stato detto loro di andarsene. L’aviazione e l’artiglieria hanno bombardato il villaggio prima del nostro arrivo. Siamo entrati e abbiamo aperto il fuoco. Siamo andati di casa in casa. Ho trovato una donna anziana morta, probabilmente uccisa poco prima che entrassimo nel villaggio”, ha raccontato a RTS.
I soldati avevano poi continuato la loro avanzata. Poco più avanti, la sua unità aveva scoperto un’altra famiglia che non era riuscita a fuggire. Qualche giorno dopo, Sanders e i suoi compagni sono stati bersagliati da missili anticarro. Dopo la morte di uno dei soldati, l’unità decise di ritirarsi. “Non appena siamo partiti, l’aviazione israeliana ha bombardato la zona e l’ha quasi rasa completamente al suolo. Ho scoperto in seguito che tutti gli otto membri della famiglia erano stati uccisi”.
“Il governo israeliano ha rafforzato Hamas”
Sanders ricorda di essersi chiesto se tutta la morte e la distruzione valessero davvero la pena: “Ho scritto su un foglio di carta che se avessimo eliminato la minaccia una volta per tutte, ne sarebbe valsa la pena. E quello che ho visto, negli anni successivi alla guerra, è stato che non solo non avevamo eliminato la minaccia, ma il mio governo aveva rafforzato Hamas”.
“L’unica soluzione è l’indipendenza dei palestinesi e abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità internazionale”
Per l’ex soldato, l’unico modo per sconfiggere il terrorismo non è l’azione militare, come quella in cui è stato coinvolto, ma la creazione di un’alternativa. “E l’alternativa è la prospettiva dell’indipendenza dei palestinesi”, ha dichiarato. Le immagini dell’offensiva di terra attualmente in corso nell’enclave palestinese gli ricordano ciò che ha vissuto nel 2014.
Sanders è convinto che se Israele ha il diritto di difendersi, deve farlo con intelligenza, altrimenti è destinato al fallimento. L’ex soldato è particolarmente critico nei confronti delle decisioni prese dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per Sanders, infatti, l’unico modo per sconfiggere il terrorismo è rivolgersi a un aiuto esterno: “Abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità internazionale per fare pressione sul governo. Dobbiamo dare il nostro sostegno alle organizzazioni e ai gruppi politici israeliani e palestinesi che riconoscono il diritto internazionale e si battono per un’alternativa in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco”.
“Un’invasione di terra è destinata al fallimento”
In un testo d’opinione pubblicato sul New York Times, Sanders ha affermato che i combattimenti a Gaza gli hanno insegnato che se il suo governo non cambierà approccio, non solo questa guerra ucciderà un numero incalcolabile di israeliani e palestinesi, oltre alle migliaia di persone già morte, “ma non porrà fine in modo decisivo al terrore. Un’invasione di terra è destinata al fallimento”.
“Abbiamo scelto di “gestire” il conflitto con una combinazione di forza bruta e incentivi economici, invece di cercare di risolverlo ponendo fine alla nostra occupazione perpetua del territorio palestinese”, ha aggiunto.
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Telegiornale 06.11.2023, 12:42