"A Padova vendono i santini di S. Antonio, a Napoli vendono quelli di San Gennaro. Noi abbiamo Mussolini... e vendiamo Mussolini. Ognuno ha quello che ha". Parola di alcuni residenti di Predappio, il paese che, nel 1883, ha dato i natali al duce. Qui, in provincia di Forlì-Cesena si vive nell’attesa di quello che succederà se la nuova legge contro l’apologia del fascismo accolta di recente dalla Camera sarà approvata in via definitiva. Il testo inasprisce le pene per chi fa propaganda in internet, ma prevede pure lo stop alla vendita di magliette, accendini, bottiglie di vino con l'effige di Mussolini.
Il mercato dei gadget nella borga romagnola è fiorente. Ci sono tre negozi che vendono oggetti che inneggiano al fascismo. C’è di tutto: la linea bebé, bavaglini con il motto "educhiamoli da piccoli", poi tazze, magliette, penne, tutte con la faccia dell'uomo forte dell'Italia tra il 1922 e il 1943, il simbolo del fascio e frasi storiche del Ventennio, come "boia chi molla".
Una selezioni di souvenir fascisti nelle vetrine di Predappio
La legge prevede il divieto di vendita solo nel caso l'oggetto sia strumento di apologia. Toccherà quindi poi al giudice decidere caso per caso. In teoria – quindi – non è certo che questi negozi siano costretti a chiudere.
A Predappio molti badano al lato affaristico legato alla figura di Benito Mussolini, come attrattiva turistica. In questi giorni ci si preoccupa delle conseguenze economiche per il paese: 6'500 anime.
La tomba di Benito Mussolini
Arrivano tante persone a visitare luoghi che, per molti nostalgici del regime, sono un simbolo. Come la tomba di Mussolini, sepolto qui dal 1957. Ma c'è anche la sua casa natale. E tre volte all’anno (nascita e morte, più anniversario della Marcia su Roma) alcune decine, o in alcuni casi, centinaia di persone, si ritrovano in paese.
Il sindaco PD Giorgio Frassineti
Il sindaco Giorgio Frassineti, del Partito Democratico, spiega che il problema – secondo lui – non è tanto la vendita di accendini con impressa la faccia di Mussolini, ma la consapevolezza di cosa ha rappresentato il fascismo per l’Italia.
Sulla scrivania del sindaco lo stemma di Predappio adottato nel 1927: il fascio nel frattempo è stato sostituito dal grappolo
Per questo da anni lavora sulla realizzazione di un centro studi nel comune. Un luogo che serva a tutta l’Italia, una nazione - secondo lui - che non ha ancora fatto i conti con la propria storia.
Claudio Bustaffa/Diem