Sergio Mattarella - a meno di un accordo Lega/M5s - potrebbe affidare mercoledì pomeriggio l'incarico per formare il Governo di "garanzia" annunciato lunedì. “E noi intanto siamo qui, inattivi, in attesa di una soluzione miracolistica che però non ci sarà”, commenta alla RSI il direttore di Libero Vittorio Feltri.
Le certezze sono poche, ma i paletti per il Governo di “garanzia” li ha stabiliti Mattarella: il premier deve avere uno standing internazionale; nella squadra ci devono essere competenze di gestione economica visto che l'obiettivo è scongiurare l'aumento dell'IVA grazie all'approvazione della Legge di Bilancio 2019; i componenti dell'esecutivo non devono essere politici, anche perché il presidente gli chiederà di non essere candidati alle prossime elezioni; ed infine i profili devono essere inattaccabili dal punto di vista etico e giudiziario.
“Non credo che il governicchio che ha in mente povero Mattarella, che io chiamo “il Governo del cavolo”, otterrà la maggioranza in Parlamento. Dovesse ottenerla, si dovrebbe rifare la legge elettorale rendendola più adatta al paese”, aggiunge Feltri. “Ma se non ci riusciremo, saremo costretti a tornare al voto con la stessa legge elettorale, con il rischio di un risultato fotocopia del voto del 4 marzo. Quindi la paralisi è progressiva e siamo destinati al coma”.
Joe Pieracci