Mercoledì la Corte d’Appello di Parigi ha condannato in appello Nicolas Sarkozy a un anno di reclusione, di cui sei mesi sospesi, nell’ambito della vicenda “Bygmalion”, relativa alle spese eccessive della sua perdente campagna presidenziale del 2012. I sei mesi di reclusione saranno scontati con misure alternative decise fra i giudici e l’imputato nei prossimi 30 giorni.
Nel settembre 2021, il Tribunale penale di Parigi aveva riconosciuto Sarkozy colpevole di aver superato in modo significativo il limite di spesa legale e lo aveva condannato a un anno di carcere per finanziamento illegale della campagna elettorale. Tuttavia, il tribunale aveva già chiesto di commutare la pena direttamente in arresti domiciliari con sorveglianza elettronica.
Altre tredici persone erano state condannate a pene detentive fino a tre anni e mezzo, alcune delle quali sospese. Sarkozy e altre nove persone avevano presentato appello e sono state nuovamente processate dall’8 novembre al 7 dicembre, con la sentenza che è stata emessa oggi.
Le indagini hanno rivelato che, per nascondere l’esplosione delle spese per la sua campagna elettorale - quasi 43 milioni di euro a fronte di un massimo autorizzato di 22,5 milioni di euro - era stato messo in atto un sistema di doppia fatturazione, con la scusa di accordi fittizi, addebitando all’UMP gran parte dei costi degli incontri.
A differenza dei suoi coimputati, l’ex capo di Stato non è coinvolto in questo sistema di false fatturazioni. Come nel primo processo, Nicolas Sarkozy “ha negato vigorosamente ogni responsabilità penale”, denunciando “favole” e “bugie”.
Il suo avvocato, Vincent Desry, ha invocato la sua assoluzione, insistendo sul fatto che l’ex capo di Stato “non è mai stato a conoscenza” del superamento.
Notiziario delle 15:00 del 14.02.2024
Notiziario 14.02.2024, 15:30
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