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Fine vita: Welby e Cappato assolti

"Il fatto non sussiste". Lei sul caso Trentini, deceduto in Svizzera: "Ho aiutato chi voleva morire perché sono cattolica"

  • 27 luglio 2020, 22:49
  • 22 novembre, 18:52
Marco Cappato e Mina Welby

Marco Cappato e Mina Welby

Di: ATS/M. Ang. 

Mina Welby e Marco Cappato sono stati assolti dalla corte di assise di Massa "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di aiuto al suicidio per la morte di Davide Trentini, il 53enne malato di Sla deceduto il 13 luglio 2017 in una clinica Svizzera. Il pm Marco Mansi aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi: "ma con le attenuanti e ai minimi di legge". "Ho mantenuto la promessa fatta a mio marito Piergiorgio", ha commentato Mina Welby. Assoluzione, dunque, come era già accaduto per dj Fabo il 23 dicembre 2019.

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Milano, Cappato assolto dall'accusa di aiuto al suicidio

Telegiornale 23.12.2019, 21:00

Anche se Davide Trentini, 53 anni, malato di sclerosi multipla da quanto ne aveva 27, non era tenuto in vita da macchinari come Fabiano Antoniani ma pur sempre era sottoposto a trattamento di sostegno vitale per le cure farmacologiche che doveva seguire e per l'assistenza di cui aveva bisogno per sopravvivere.

Cappato e questa volta con lui anche Mina Welby, dunque, non commisero reato quando aiutarono - il primo economicamente attraverso l'associazione Sostegno civile, la seconda accompagnandolo in Svizzera -, Trentini a morire col suicidio assistito in una clinica di Basilea.

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