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Francia: gli apicoltori contro il miele cinese

Le accuse: costa un quarto, ma tre vasetti su quattro non sono a norma - Preparato con sciroppo di zucchero, per aumentarne il volume - E il consumatore? Non se ne accorge

  • 20 maggio, 20:55
  • 21 maggio, 09:19
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Apicoltori francesi in una foto d'archivio

Di: SEIDISERA/RSI Info

La Giornata Mondiale delle Api, che cade oggi (lunedì), è stata istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questi e altri impollinatori in termini anche di sicurezza alimentare. Una giornata, però, segnata pure da proteste. In Francia, ad esempio, gli operatori del settore si sono mobilitati per proteggere il miele “made in Europe”.

Il settore agricolo francese, che è uno dei più influenti d’Europa, ha organizzato una giornata di protesta un po’ particolare. La Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori, ha chiesto ai supermercati francesi di togliere dai loro scaffali il miele di origine asiatica. Svuotando di fatto i reparti dedicati al miele nei supermercati che hanno deciso di seguire l’iniziativa. Una protesta naturalmente molto simbolica, ma anche molto pragmatica, perché mira a far capire ai consumatori francesi quanto spesso si ritrovino ad acquistare prodotti provenienti dall’estero, a volte anche senza farci caso, penalizzando così la produzione francese, che è schiacciata da una concorrenza spietata. Alcuni apicoltori francesi hanno addirittura scelto di tagliare radicalmente i loro prezzi, arrivando a volte anche a vendere il loro miele a soli 4 euro al chilo. Un prezzo però ancora molto superiore rispetto a quello di alcuni mieli prodotti in Asia e in particolare in Cina, che vengono venduti a solo 1,50 euro al chilo.                

Quella degli apicoltori francesi è una situazione molto complessa, a tal punto che a febbraio, nel pieno delle proteste del mondo agricolo che hanno toccato vari Paesi europei, il governo di Parigi ha stanziato ben 5 milioni di euro, proprio per aiutare i suoi apicoltori.

Il miele asiatico rappresenta una vera minaccia per gli apicoltori europei, soprattutto perché spesso il miele cinese è considerato non in regola. La Cina è il primo fornitore di miele in Europa e le cifre parlano chiaro: il 74% del miele cinese sarebbe non conforme alle norme europee. La legislazione europea, appunto, secondo cui il miele deve essere puro, ovvero non alterato da altri ingredienti. Al contrario, il miele cinese è spesso preparato a base di sciroppo di zucchero, per aumentare il volume del prodotto finale, senza però far lievitare i costi. Una differenza che per il consumatore è praticamente invisibile ad occhio nudo. E anche scegliere di evitare i prodotti cinesi per sfuggire a questo “finto miele” in realtà non è così semplice come potrebbe sembrare. Molto spesso, infatti, l’etichetta sul barattolo di miele riporta i vari Paesi di produzione, ma senza specificare le dosi, con un’etichettatura in realtà al limite della legalità. E così per l’acquirente francese è difficile capire quando si trova davanti a una contraffazione.

Proprio per questo i sindacati agricoli francesi chiedono oggi una revisione della direttiva sul miele e una maggiore protezione di api e apicoltori a livello europeo.

SEIDISERA del 20.05.2024 Il servizio di Annalisa Cappellini 

RSI Info 20.05.2024, 19:40

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