A più di due settimane dalla nomina di Michel Barnier come primo ministro, l’Eliseo ha svelato sabato la composizione del nuovo governo francese. La nuova formazione, composta da 39 ministri, tende a destra malgrado la decisa vittoria della sinistra alle legislative di luglio.
La conformazione era attesa da oltre due mesi, da quando cioè il presidente Macron aveva indetto nuove elezioni legislative di fronte alla brusca impennata della destra alle europee. La doppia tornata di votazioni non ha tuttavia restituito alla Francia una maggioranza parlamentare chiara ed inequivocabile. Il parlamento francese si è trovato a luglio diviso in tre blocchi quasi equamente rappresentati.
La vincitrice indiscussa è stata l’inedita alleanza di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare che, serrando i ranghi contro la destra, ha ottenuto 188 seggi. La coalizione di centro, macronista, Ensemble, ha vinto 161 seggi; il ruggente Rassemblement National, l’estrema destra francese, si è invece piazzato sul podio con 142 seggi. In ultima posizione la destra conservatrice francese dei Repubblicani, con 48 seggi.
Tradizionalmente il presidente della Repubblica Francese sceglie un primo ministro che appartiene alla maggioranza parlamentare. Questo è un principio non scritto, ma generalmente rispettato per garantire stabilità politica e coerenza tra il governo e l’Assemblea Nazionale. Lo scorso cinque settembre, il presidente Macron ha tuttavia scelto come primo Ministro il repubblicano Barnier, rigettando le richieste del Nuovo Fronte Popolare, che aveva proposto Lucie Castets.
A rallentare la scelta del premier, vi è stata anche la concomitanza dei Giochi Olimpici.
Da Parigi Annalisa Cappellini
Telegiornale 21.09.2024, 20:00
I principali ministeri
Il nuovo governo vanta in totale 39 ministri disposti secondo una gerarchia tipica dell’esecutivo francese. Le cariche più rilevanti sono quelle dei ministri; seguono poi i delegati dei ministri e i segretari di Stato. Tra i 17 ministri, 7 sono della macronista Ensemble e 3 dei repubblicani.
Il centrista Jean-Noël Barrot, ministro delegato agli Affari europei nel precedente governo, è stato nominato sabato capo della diplomazia francese. Sébastien Lecornu, fedele sostenitore del Presidente Emmanuel Macron, è stato riconfermato al Ministero delle Forze Armate.
Queste due cariche appartengono a quello che tradizionalmente viene definito il “dominio riservato” del Capo dello Stato, sul quale egli intende avere voce in capitolo.
Marc Ferracci, deputato della Svizzera francese e del Liechtenstein e notoriamente molto vicino al Presidente, è stato nominato Ministro delegato all’Industria.
Il presidente Macron riunirà lunedì il nuovo governo per un Consiglio dei ministri.
I 17 principali Ministeri
Didier Migaud: Ministro della Giustizia
Catherine Vautrin: Ministro del partenariato con i territori e del decentramento
Bruno Retailleau: Ministro dell’Interno
Anne Genetet: Ministro dell’Istruzione
Jean-Noël Barrot: Ministro dell’Europa e degli Affari esteri
Rachida Dati: Ministro della Cultura e del Patrimonio
Sébastien Lecornu: Ministro delle Forze Armate e dei Veterani
Agnès Pannier-Runacher: Ministro della Transizione ecologica, dell’Energia, del Clima e della Prevenzione dei rischi
Antoine Armand: Ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria
Geneviève Darrieussecq: Ministro della Sanità e dell’accesso alle cure
Paul Christophe: Ministro della Solidarietà, dell’Autonomia e della Parità di genere
Valérie Létard: Ministro dell’edilizia abitativa e del rinnovamento urbano
Annie Genevard: Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste
Astrid Panosyan-Bouvet: Ministro del Lavoro e dell’occupazione
Gil Averous: Ministro dello Sport, della Gioventù e del Volontariato
Patrick Hetzel: Ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca
Guillaume Kasbarian: Ministro della Funzione Pubblica, della Semplificazione e della Trasformazione dell’Azione Pubblica
Notiziario
Notiziario 21.09.2024, 20:00
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Proteste in Francia contro Macron
Telegiornale 08.09.2024, 12:30