L’operatore della centrale nucleare di Fukushima punta a iniziare i lavori di recupero dei detriti che contengono il combustibile nucleare fuso, in uno dei tre reattori colpiti dalla fusione, già da questo mese.
La rimozione dei detriti radioattivi è considerata uno dei compiti più impegnativi per lo smantellamento dell’impianto, i cui reattori sono stati gravemente danneggiati dalla perdita delle funzioni di raffreddamento causata dal terremoto e il successivo tsunami nella catastrofe del marzo del 2011.
La Tokyo Electric Power (Tepco) inizialmente intende recuperare solo pochi grammi di detriti dall’unità numero 2, mentre rimane poco chiara la tabella di marcia per la rimozione di circa 880 tonnellate di detriti dalle unità 1 e 3. Secondo la Tepco l’operazione, che si prevede richiederà circa due settimane per essere completata, comporterà l’inserimento di un tubo estensibile telecomandato nella capsula di contenimento del reattore per provare a recuperare i campioni.
Dopo aver misurato i livelli di radiazioni e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un container e trasportati, per essere analizzati, nella vicina prefettura di Ibaraki.
L’operatore aveva inizialmente previsto di avviare il recupero dei detriti dall’unità numero 2 nel 2021, ma aveva posticipato l’operazione all’anno successivo a causa della pandemia da Covid e la necessità di migliorare le funzionalità del braccio robotico. L’azienda ha poi dichiarato di voler effettuare il processo nella seconda metà dell’anno fiscale 2023, ma ha rinunciato al piano a causa di difficoltà tecniche.
Secondo le stime governative i lavori di smantellamento dell’impianto dovrebbero proseguire fino a una data compresa tra il 2041 e il 2051.
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Notiziario 10.09.2024, 06:00
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