Non si placano le polemiche in Italia, dove a venti giorni dal crollo del ponte Morandi di Genova non è ancora chiaro quali saranno le soluzioni future, ma soprattutto non è ancora noto il destino dei 550 sfollati. Una cinquantina di persone ha interrotto martedì la seduta congiunta del Consiglio comunale e regionale, chiedendo "rispetto" e tempi certi per l'individuazione delle abitazioni alternative.
L'eco della protesta è arrivata fino a Roma, dove il vice premier Luigi Di Maio ha detto che "gli sfollati hanno perfettamente ragione" e ha annunciato per i prossimi giorni un decreto urgente per l'emergenza del ponte. Parole che però non sono piaciute al presidente della Liguria, Giovanni Toti, che ha replicato: "Se Di Maio vuole aumentare i fondi li accettiamo. Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese, e ricostruire il ponte".
Entro cinque giorni, Autostrade per l'Italia dovrebbe presentare il piano definitivo per l'abbattimento dell'infrastruttura. Il Governo ha assicurato che la ricostruzione avverrà entro un anno e che la nuova opera sarà pagata dalla società privata ma sarà realizzata da un soggetto pubblico.
Sfollati uniti tramite i social
Le 550 persone che a causa del crollo del 14 agosto scorso sono rimaste senza casa restano unite grazie alla rete. Su FB è stata creata la loro pagina ufficiale denominata "Quelli del ponte Morandi". Presenta notizie sull'evolversi della situazione, aggiornamenti sulle iniziative solidali e testimonianze sulla situazione che deve affrontare chi attende di sapere quando potrà lasciare gli alloggi di fortuna per ricominciare a costruirsi una vita il più normale possibile.