Giovanni Allevi e Giorgia, un Sanremo di emozioni

Geolier, Irama, Annalisa, Loredana Berté e Mahmood compongono la “top five” della seconda serata del Festival di Sanremo 2024. La classifica è stata stilata sulla base del gradimento della nuova giuria delle radio e del televoto. Una seconda serata che si è rivelata meno “under pressure” rispetto a quella d’apertura, pur con la quindicina di cantanti previsti.

Amadeus rimane il riferimento sul palco, assecondato da Fiorello, ma dopo lo sforzo di martedì sembra meno brillante rispetto all’esordio. La serata di mercoledì, intanto, si è caratterizzata pure per l’idea dei quindici artisti che non hanno cantato ma hanno accettato la proposta di presentare i colleghi che si esibiranno. Una soluzione che è piaciuta ai cantanti quanto al pubblico in sala e che di sicuro rivedremo pure in prospettiva futura.

Ma tra le perle da ricordare di questa seconda “puntata” di Sanremo c’è senza dubbio il pianista Giovanni Allevi, che oltre alla sua esibizione - ha suonato dopo due anni di assenza dalle scene - ha raccontato il dolore legato alla sua malattia, lanciando un messaggio di speranza e positività nonostante tutto. La forza del musicista si è espressa anche con le lacrime e non solo con le parole, come quando ha detto: “Senza certezze sul futuro, vivo il presente più intensamente”.

E, come il maestro Allevi, una nota di merito va a Giorgia, vincitrice all’Ariston nel 1995 e tornata dopo quasi trent’anni con la stessa dose di energia, intensità e classe che conosciamo. Il pubblico ascolta in silenzio il “medley” con le sue canzoni più note e anche il ruolo di co-conduttrice lo porta avanti in modo impeccabile, da seria professionista.

E cosa c’è di stonato nella serata di mercoledì 7? L’occasione sprecata con l’attore John Travolta, costretto da Amadeus e Fiorello a lanciarsi in un imbarazzante ballo del qua-qua, che mette a disagio lui come chi lo osserva, mentre i presentatori sembra che si divertano. Ma ci si chiede perché si è riservata a Travolta una tale “gag”, piuttosto discutibile, quando gli si poteva dedicare qualcosa di meglio. Un’impresa che non era poi così difficile.