Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto all’Ucraina materie prime preziose in cambio di ulteriori aiuti militari e finanziari. La Casa Bianca vuole negoziare così un accordo che garantisca la fornitura di terre rare agli Stati Uniti. Le dichiarazioni di Trump si inseriscono in quella che si può definire la nuova fase dei rapporti tra Washington e Kiev, con l’intenzione apparente da parte degli USA di terminare il conflitto in tempo brevi, cercando l’apertura del dialogo con la Russia. La questione delle terre rare di cui l’Ucraina è ricca non è certo nuova e lo stesso presidente Volodymyr Zelensky lo scorso settembre ne aveva già fatto uno dei punti centrali del cosiddetto piano della vittoria.
L’offerta di Zelensky
“L’Ucraina offre ai suoi partner strategici un accordo speciale per la protezione delle risorse critiche del paese, nonché investimenti e utilizzo di questo potenziale economico. Ciò riguarda risorse naturali e metalli critici tra cui uranio, titanio, litio, grafite e altre risorse di valore strategico, per un valore di trilioni di dollari statunitensi. I depositi di terre rare in Ucraina, insieme al potenziale di produzione energetica e alimentare di importanza mondiale, sono tra i principali obiettivi predatori della Russia in questa guerra”. Così in sintesi Zelensky aveva illustrato il suo piano al parlamento di Kiev lo scorso autunno, declinando la guerra in un duello anche per le materie prime e offrendo agli USA e ai partner occidentali le ricchezze del proprio paese in cambio appunto del sostegno militare e finanziario per raggiungere la sconfitta di Mosca.
Il rilancio di Trump
Il piano della vittoria era stato anche presentato direttamente non solo a Joe Biden e ai leader occidentali, ma anche allo stesso Trump, allora solo candidato e poi vincitore nel voto di novembre. Se nel suo complesso era stato derubricato dall’agenda internazionale, alla luce del contesto militare e delle difficoltà sempre maggiori sul campo dell’Ucraina, ridotta sulla difensiva su tutta la linea del fronte con la pressione russa ovunque in aumento, adesso è arrivato invece il rilancio del nuovo capo di Stato statunitense, almeno per quel concerne questo capitolo. Da parte degli USA viene in sostanza ribadito l’impegno agli aiuti, che dovranno essere però compensati, in natura, e l’impressione da questa prospettiva è che i calcoli di Trump sulla scacchiera ucraina vengano fatti più sulla base di ragioni economiche che politiche e strategiche. Cosa questo possa significare nell’ottica di un eventuale processo di pace è ancora tutto da vedere.
I tesori ucraini
In ogni caso è evidente che le risorse del sottosuolo ucraino costituiscono un tesoro che fa gola sia all’Occidente, con gli Stati Uniti in pole position, che alla Russia. Secondo quanto pubblicato recentemente in un’analisi per il World Economic Forum, l’ex repubblica sovietica è uno dei primi 10 fornitori mondiali di risorse minerarie, con circa il 5% del totale mondiale: ha circa 20’000 giacimenti che coprono 116 tipi di minerali. Prima dell’invasione su vasta scala della Russia del 2022, 3’055 di questi depositi (15%) erano attivi, inclusi 147 depositi minerali metallici e 4’676 depositi minerali non metallici. L’Ucraina è un potenziale fornitore chiave di terre rare, tra cui titanio, litio, berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, grafite, apatite, fluorite e nichel.
Nonostante il conflitto, l’Ucraina detiene le più grandi riserve di titanio in Europa (il 7% delle riserve mondiali), cruciale per i settori militare, aerospaziale, medico, automobilistico e marittimo. Ha anche una delle più grandi riserve confermate di litio in Europa (stimate in 500’000 tonnellate), essenziale per batterie, ceramiche e vetro. Uno dei più grandi giacimenti nel Donbass è stato messo sotto controllo russo a metà gennaio. L’Ucraina inoltre è il quinto produttore di gallio al mondo, essenziale per semiconduttori e LED, ed è stato un importante produttore di gas neon, fornendo il 90% del neon altamente purificato per l’industria dei chip statunitense. Il berillio è poi fondamentale per l’energia nucleare, l’industria aerospaziale, militare, acustica ed elettronica, mentre l’uranio è essenziale per i settori nucleare e militare. Zirconio e apatite sono essenziali per la produzione nucleare e medica. L’Ucraina detiene riserve significative di metalli non ferrosi come rame (4° in Europa), piombo (5°), zinco (6°) e argento (9°). Le riserve di grafite rappresentano il 20% delle risorse globali.
Gas, carbone e petrolio
Molte delle risorse dell’Ucraina si trovano nelle regioni orientali, parzialmente controllate dalla Russia sin dal 2014. Qui, compresa la sezione ucraina del Mar Nero, è custodito il petrolio ucraino, il 72% del gas naturale e quasi tutti i giacimenti di carbone nel paese. Dopo l’annessione della Crimea, Mosca controlla ora circa l’80% delle riserve di idrocarburi offshore, tra cui oltre 37 miliardi di metri cubi di gas naturale. Anche se per Vladimir Putin le ragioni economiche per l’avvio della guerra su larga scala tre anni fa sono state secondarie, l’interesse del Cremlino per le ricchezze dei territori è comunque un fattore che potrà giocare un ruolo importante all’eventuale tavolo delle trattative, quando ci saranno da definire i confini dell’Ucraina, con grande probabilità diversi da quelli del 2014 e del 2022.
Putin, apertura apparente
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