Per tutti è rimasta la giornalista che ha avuto il coraggio di mostrare, in diretta alla tv russa, il suo dissenso contro l'aggressione di Putin all'Ucraina. Era il marzo 2022 quando la scritta "No alla guerra. Non credete alla propaganda, qua vi dicono bugie” faceva capolino al TG. La RSI l'ha incontrata a Parigi per un'intervista in cui rievoca quanto successo da quel giorno a oggi.
Come e perché ha concepito quel gesto?
"In quel momento mi sono resa conto che non potevo più rimanere in silenzio perché la televisione russa è diventata una potente macchina di lavaggio dei cervelli ed è proprio quell’ingranaggio della macchina, la propaganda, che ha reso possibile la guerra!"
A che punto i media russi sono davvero controllati e come si esercita questo controllo?
"Diciamo che i caporedattori dei canali di informazione si recano ogni settimana al Cremlino, dove ricevono istruzioni precise sul tipo di copertura da dare agli eventi e quali definizioni precise usare. In Russia sono tutti al corrente di questa pratica, in Occidente è meno noto".
Lei cosa ha pensato quando sua madre l’ha ripudiata dicendo che era una spia?
"Non mi ha solo chiamata spia, ma anche traditrice della famiglia e traditrice della patria. È una persona anziana, ha l’età di Putin e come lui quella generazione vuole restaurare l’URSS e hanno ambizioni imperiali. Loro hanno fiducia in Putin, lo sostengono, mentre le nuove generazioni sono più rivolte verso l’Occidente".
Perché il regime russo, che ha incarcerato tutti gli oppositori, che ha imprigionato addirittura il padre la cui figlia aveva fatto un disegno sulla pace, l’ha lasciata libera?
"Liberandomi il Cremlino ha fatto sì che nessuno mi potesse credere. Hanno iniziato a lanciare nei media delle teorie dicendo che ero un fake, che in Russia non ci sono telegiornali in diretta, o che ero un’agente britannica, che era tutto un montaggio. Lo shock è stato talmente forte per il Cremlino che hanno preferito mettere in scena una cospirazione, il mio nome è diventato un tabù. Se voi cercate in Yandex, il Google russo, il mio nome o il mio striscione non compare nulla".
Lei è qui in Francia rifugiata, ci sono due uomini di scorta che l’accompagnano sempre, ha paura?
"Sì che ho paura, soprattutto dopo gli ultimi eventi, come sapete il Cremlino ha riiniziato ad avvelenare giornalisti, due giornalisti d’opposizione sono stati avvelenati in Germania recentemente".
Qual è la condizione per la pace, bisognerebbe restituire i territori, tutti? Compresa la Crimea?
"Sì, è oramai una posizione comune di tutta l’opposizione russa il fatto che bisogna ritornare ai confini del 1991, restituendo tutti i territori, compresa la Crimea, evidentemente".