La fame sta flagellando la Striscia di Gaza, soprattutto il Nord, dove un bambino su tre al di sotto dei due anni (31%) soffre di malnutrizione acuta. Si tratta di “un aumento impressionante” rispetto al 15,6% registrato a gennaio, rileva l’UNICEF Mena/Medio Oriente e Nord Africa.
“La malnutrizione tra i bambini si sta diffondendo rapidamente e sta raggiungendo livelli devastanti e senza precedenti nella Striscia di Gaza, a causa dell’ampio impatto della guerra (fra Israele e Hamas, ndr.) e delle continue restrizioni alla fornitura di aiuti”, si legge in un comunicato diramato venerdì.
Stando alle informazioni ricevute sul posto, l’agenzia dell’ONU sostiene che almeno 23 bambini nel nord della Striscia sarebbero morti per malnutrizione e disidratazione nelle ultime settimane. Numeri che si aggiungono a quelli dei minorenni uccisi durante il conflitto, ovvero circa 13’450 secondo quanto riportato dal Ministero della Sanità palestinese. Si tratta di numeri forniti anche dallo stesso Hamas, quindi non del tutto verificabili in maniera indipendente. Gli osservatori e le stesse Nazioni Unite, tuttavia, concordano sul fatto che il numero di morti civili è altissimo.
“Gli screening nutrizionali condotti dall’UNICEF e dai partner nel nord del Paese a febbraio hanno rilevato che il 4,5% dei bambini nei rifugi e nei centri sanitari soffre di grave deperimento, la forma di malnutrizione più pericolosa per la vita, che espone i bambini al rischio più elevato di complicazioni mediche e di morte, a meno che non ricevano alimentazione e trattamenti terapeutici urgenti, che non sono disponibili. La prevalenza della malnutrizione acuta tra i bambini di età inferiore ai 5 anni nel nord è aumentata dal 13% al 25%”, si legge ancora nel comunicato dell’UNICEF.
Gaza, nuove iniziative per gli aiuti umanitari
Telegiornale 14.03.2024, 20:00
Aiuti lì a due passi
“La velocità con cui si è sviluppata questa catastrofica crisi di malnutrizione infantile a Gaza è scioccante, soprattutto quando l’assistenza disperatamente necessaria era pronta a pochi chilometri di distanza”, ha dichiarato Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’UNICEF. “Abbiamo ripetutamente tentato di fornire ulteriori aiuti e abbiamo ripetutamente chiesto che venissero affrontate le difficoltà di accesso che abbiamo affrontato per mesi. Invece, la situazione dei bambini peggiora di giorno in giorno. I nostri sforzi per fornire aiuti salvavita sono ostacolati da inutili restrizioni, che costano la vita ai bambini”
https://www.rsi.ch/s/2094180
Cessate il fuoco “indispensabile”
“Stiamo facendo tutto il possibile per evitare un peggioramento della crisi umanitaria a Gaza, ma non è sufficiente”, ha dichiarato Russell. “Un cessate il fuoco umanitario immediato continua a rappresentare l’unica possibilità di salvare le vite dei bambini e porre fine alle loro sofferenze. Abbiamo anche bisogno di molteplici valichi di frontiera terrestri che permettano di consegnare gli aiuti in modo affidabile e su larga scala, anche nel nord di Gaza, insieme alle garanzie di sicurezza e al passaggio senza ostacoli necessario per distribuire gli aiuti, senza ritardi o impedimenti all’accesso”