Si discute molto di corridoi umanitari dopo l'accordo del 4 marzo tra Russia e Ucraina per organizzarli. Servono per portare beni di prima necessità ai civili nelle città assediate e per trasportare le persone fuori dalle zone di conflitto. Per ora non ci sono dettagli sull'intesa tra le parti e su come potrebbero essere messi in pratica, ma nella giornata di sabato ne sono già stati attivati due attorno a Mariupol e Volnovakha.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando il Telegiornale RSI ha intervistato Marco Sassoli, professore di diritto internazionale umanitario. In un contesto di guerra potrebbe sembrare una buona notizia, invece non è tutto così semplice. Ci sono dei rischi, spiega Sassoli. "È una buona idea se si tratta di portare aiuti alla popolazione civile. Se invece si tratta di evacuare e di far partire la popolazione civile ci sono tre problemi. Dovrebbero essere dei volontari. In una tale situazione, essere volontario non esiste. Sono costretti dalla situazione e questo è inaccettabile. Inoltre, chi porta i civili in un altro posto deve poi nutrirli e dargli servizi sanitari".
È sempre meglio, aggiunge Sassoli, se la popolazione civile resta dove vive normalmente. "I corridoi aiuterebbero i russi se vogliono attaccare le grandi città: se tutti i civili non ci sono più, possono attaccare le città senza infrangere il diritto umanitario".