La proliferazione vertiginosa dei rifiuti costituisce una minaccia per la salute della popolazione e dell’ambiente. Lo ha avvertito nei giorni scorsi la Banca mondiale. Se non si applicheranno misure urgenti, il volume dell’immondizia aumenterà del 70% entro il 2050. Potrà rappresentare perciò 3,4 miliardi di tonnellate, contro i 2,01 miliardi del 2016, stando a ciò che precisa in un rapporto l’istituzione con sede a Washington.
“La cattiva gestione della spazzatura nuoce alla salute umana e all’ambiente, il che si aggiunge al problema del clima”, ha commentato Laura Tuck, vicepresidente incaricata dello sviluppo duratura alla Banca mondiale. “Malauguratamente”, evidenzia la dirigente, “sono spesso i più poveri della società che subiscono l’impatto di una gestione inadeguata delle immondizie”.
Benché le nazioni più ricche costituiscano solo il 16% della popolazione mondiale, esse producono oltre un terzo degli scarti del pianeta (34%). Secondo quanto segnala la Banca mondiale, Asia orientale e regione del Pacifico sono dal canto loro responsabili di circa un quarto del totale della spazzatura.