I ricercatori del Programma Antartico australiano stanno utilizzando i suoni provenienti dalle profondità dell'oceano per studiare il comportamento delle balene al fine di aiutare la conservazione nella regione. Nel corso di diversi anni, la “voce dell’oceano” è stata registrata utilizzando strumenti acustici appositamente progettati, ormeggiati sul fondo marino in diversi siti al largo dell'Antartide orientale.
L'acustico subacqueo Brian Miller ha catturato l'enorme spettro di suoni per produrre una vasta gamma di paesaggi sonori visivi. "Ci sono così tanti suoni nell'Oceano Australe", ha affermato il ricercatore.
Dopo un anno di registrazione, ogni strumento contiene circa 8’760 ore di audio. Miller spera di identificare le tendenze nella presenza e nel numero degli esemplari. "Molte domande sembrano semplici, per esempio: quante balene ci sono e dove sono? Questi sono interrogativi fondamentali a cui bisogna saper rispondere se si vuole avere qualche possibilità di conservare e gestire efficacemente le varie specie".