Gli Stati Uniti e il Regno Unito non sono tra i 61 Paesi a firmare la dichiarazione per un’intelligenza artificiale (IA) “aperta”, “inclusiva” ed “etica”, pubblicata oggi, martedì al termine dell’AI Action Summit di Parigi.
I firmatari, tra cui Cina, Francia e India (i due co-organizzatori dell’evento), hanno anche chiesto un maggiore coordinamento della governance dell’IA, richiedendo un “dialogo globale”, e hanno chiesto di evitare la “concentrazione del mercato” per rendere la tecnologia più accessibile.
Durante il vertice è stata ufficializzata la creazione di un osservatorio sull’impatto energetico dell’intelligenza artificiale guidato dall’Agenzia internazionale per l’energia, così come una coalizione per l’IA sostenibile che intende riunire le aziende leader del settore. “Qui stiamo gettando le basi, insieme all’innovazione e all’accelerazione, per ciò che consentirà all’IA di emergere e di affermarsi, in altre parole, le chiavi della fiducia”, ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice.
L’assenza delle firme degli Stati Uniti e del Regno Unito
L’assenza di Stati Uniti e Regno Unito dall’elenco dei firmatari dimostra le divisioni sul tema. Durante il suo intervento al vertice, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha difeso la posizione del suo Paese, avvertendo che “un’eccessiva regolamentazione” dell’intelligenza artificiale “potrebbe uccidere un’industria in piena espansione”.
La Svizzera propone un nuovo summit a Ginevra
Albert Rösti, presente come rappresentante della Svizzera, ha proposto di ospitare a Ginevra un vertice d’azione sull’IA, che potrebbe svolgersi nel 2026 o nel 2027. Il Consiglio federale non ha ancora discusso la questione, ma il consigliere federale ha sottolineato l’importanza di posizionare la Svizzera con le sue università e imprese
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Parigi: il summit mondiale sull’intelligenza artificiale, il diritto d’autore preoccupa il mondo della cultura
La corrispondenza 10.02.2025, 07:05
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