di Emiliano Guanella
Una grande manifestazione per il centro di Città del Messico, dalla residenza presidenziale di Los Pinos fino alla tradizionale piazza dello Zocalo, per chiedere giustizia ad un anno esatto dalla scomparsa dei 43 studenti di Ayotiznapa. Altri cortei previsti in tutto il Messico e nel resto dell’America Latina per una storia che è diventata un simbolo della violenza e dell’impunità che attraversa il paese centroamericano.
La vicenda
Nella notte tra il 26 e il 27 settembre del 2014 un folto gruppo di studenti della scuola per maestri di Ayoztinapa, nello Stato di Guerrero, a 250 kilometri dalla capitale, si scontrarono con la polizia municipale della vicina cittadina di Iguala, guidata dal sindaco José Luis Abarca, un politico corrotto protetto dal cartello della droga denominato "Guerreros Unidos". Gli studenti avevano confiscato degli autobus che avrebbero usato per spostarsi a Città del Messico per una manifestazione che si sarebbe svolta pochi giorni dopo.
Le manifestazioni di piazza (Accion Global por Ayotzinapa)
RSI Info 26.09.2015, 13:05
Giovani scomparsi nel nulla
Il sindaco Abarca diede l’ordine di fermarli e recuperare gli autobus. Il bilancio della notte di terrore fu di otto morti e decine di feriti, ma il giorno dopo all’appello mancarono 43 ragazzi. Di loro si sono perse le traccia. La prima ricostruzione fornita dagli inquirenti fu che gli studenti erano stati sequestrati e poi uccisi dai sicari dei "Guerreros Unidos", che avrebbero poi bruciato i loro corpi in una discarica lì vicino. Una versione considerata poco credibile e piena di lacune. "Vivos se los llevaron, vivos los queremos" (li hanno sequestrati vivi, li vogliamo di nuovo vivi) è il motto delle manifestazioni che da mesi si svolgono in tutto il Messico e nel resto dell’America Latina.
Il giornalista del quotidiano del "La Jornada"
L'inchiesta
Le autorità sono impotenti. I genitori degli studenti scomparsi sono stati ricevuti questa settimana dal presidente Enrique Pena Nieto, ma al termine dell’incontro hanno espresso la loro insoddisfazione. "Il Governo – hanno detto – non ha voluto fare gli sforzi necessari per arrivare alla verità". Nonostante siano state arrestate più di cento persone, tra cui il sindaco Abarca, sua moglie, i poliziotti locali e alcuni membri dei "Guerreros Unidos", non è stato ancora possibile avere una ricostruzione soddisfacente dei fatti. Il caso di Iguala è diventato nel frattempo un simbolo della violenza, della corruzione e dell’impunità imperante in Messico, come spiega Luis Hernandez Navarro del quotidiano "La Jornada".
Le considerazioni del giornalista Luis Hernandez Navarro
RSI Info 26.09.2015, 14:04
Contenuto audio
Il gruppo di esperti indipendenti chiamato per osservare lo stato delle indagini ha segnalato una lunga serie di omissioni e di errori avvenuti nel corso dell’inchiesta. Stretto dalla pressione internazionale, il governo di Pena Nieto ha annunciato la creazione di una speciale commissione per far luce sulla scomparsa dei 43 studenti e di altri sequestri avvenuti negli ultimi anni. Mentre il Messico si stringe intorno a loro, i genitori non perdono la speranza di poter conoscere finalmente la verità su quello che è successo in quella tragica notte di un anno fa.
TG 20.00 del
Violenti scontri in Messico
Telegiornale 28.09.2015, 02:38
RG 18.30 del 26/09/2015: Carlos Zazueta, ricercatore di Amnesty international Messico intervistato da Anna Valenti
RSI Info 26.09.2015, 21:49
Contenuto audio
Dal TG12.30:
Messico, un anno dopo
Telegiornale 27.09.2015, 17:07