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Il business della cocaina continua a crescere

Il processo in corso a Lugano, dove due persone devono rispondere del traffico di oltre 100 chili di droga, riporta al centro della cronaca il processo di compravendita di questa sostanza

  • 25 aprile 2023, 05:54
  • 20 novembre, 11:27
04:13

Le rotte internazionali del traffico di stupefacenti

SEIDISERA 24.04.2023, 18:13

  • reuters
Di: SEIDISERA-Calcagno/Red.MM 

Oltre 100 chili di cocaina: è quanto avrebbero trafficato il 47enne e la 35enne a processo alle Assise criminali di Lugano e per i quali l’accusa ha chiesto rispettivamente 12 e 8 anni di carcere. La droga sarebbe stata trasportata in più occasioni dal Nord Europa all’Italia, passando per il Ticino: un corridoio attraverso il quale circola la droga trafficata lungo l’asse nord-sud del Vecchio Continente.

I carichi trasportati dai due imputati arrivavano dalla cosiddetta “rotta belga”: il Belgio, infatti, negli ultimi anni è diventato uno dei principali punti di ingresso del fiume di cocaina che sta inondando l’Europa. In un recentissimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) si legge addirittura che anche grazie a questa rotta i trafficanti sono riusciti, negli ultimi anni, ad aumentare i quantitativi di cocaina in arrivo.

E sullo sfondo di questi traffici c’è un dato preoccupante: l’offerta globale della cocaina, secondo UNODC, dalla seconda metà del 2020 ad oggi è cresciuta in modo vertiginoso. Parallelamente è aumentata anche la domanda - in particolare appunto in Europa occidentale dove si stima che 21 milioni e mezzo di persone la consumano e che altrettanti potrebbero cominciare.

Il Belgio è diventato punto d'entrata della cocaina che dall'America Latina arriva in Europa: nel solo porto di Anversa nel 2022 sono stati effettuati sequestri record, circa 110 tonnellate. Anversa pare dunque aver eclissato i tradizionali punti di arrivo che erano in Spagna e in Portogallo. Da Anversa poi la cocaina spesso va in Olanda via terra e da lì nel resto d'Europa. Sembra tra l'altro che le organizzazioni criminali belghe e olandesi cooperino invece di farsi concorrenza.

Anche altri porti accolgono inoltre moltissima “polvere bianca” destinata al mercato interno, tra questi ad essere cresciuto molto per quanto riguarda i traffici illeciti è anche quello di Gioia Tauro, in Calabria, dove è stata scoperta la quasi totalità della cocaina sequestrata negli scali marittimi italiani negli ultimi due anni.

03:45

Le nuove rotte della cocaina da Gioia Tauro al resto d'Europa

Telegiornale 11.07.2022, 20:00

Nuove tecniche e nuovi attori

Le rotte della cocaina cambiano: alcune si rafforzano altre perdono, momentaneamente, smalto. E i cambiamenti intercorrono anche per quanto concerne i Paesi da dove prendono il largo i maxi-carichi di “oro bianco”. In America Latina sono nati nuovi HUB (i paesi da dove parte la droga) e poi si sono moltiplicati i gruppi criminali attivi in questo traffico. I paesi produttori invece sono sempre quelli: Colombia, Perù e Bolivia e qui la produzione è in aumento. Nel 2021 in questi tre paesi, rilevano le Nazioni Uniti, si contavano più di 300'000 ettari di piantagioni.

“Si sta assistendo a un fenomeno di delocalizzazione della seconda parte del processo di produzione della cocaina – spiega Maria Zuppello, collaboratrice RSI dall’America Latina – In Olanda sono stati individuati numerosi laboratori in cui narcos messicani riescono a lavorare la pasta base e a produrre il prodotto finale. Sta avvenendo un grande cambiamento nella produzione e nella fase logistica del commercio della cocaina tra l’America Latina e l’Europa; è interessante inoltre notare che brasile ed Ecuador pur non essendo Paesi produttori sono diventati dei grandi HUB. In Ecuador si sono inoltre installate diramazioni della mafia albanese che lavora anche con i messicani e la ‘ndrangheta italiana, la quale ha broker (persone incaricare di acquistare grandi partite di cocaina e di trattare sui prezzi, ndr.). La grande novità riguarda poi il Brasile: qui sono anche stati scoperti laboratori di Fentanyl, l’oppioide sintetico che sta distruggendo gli USA, e il timore è che questa sostanza possa essere trasportata in Europa usando le stesse rotte della cocaina”.

Per arrivare in Belgio, porta d’accesso per la cocaina, “c’è la rotta che passa per l’Africa e che usa per esempio il Senegal dove la Mafia marocchina – che gestisce il traffico tra Belgio e Olanda – è molto forte”, spiega ancora Maria Zuppello, “e poi ci sono le rotte dirette, con la cocaina che arriva in Europa nascosta nei carichi della merce trasportata dalle navi container. Recentemente vicino alle coste spagnole sono poi apparsi dei sottomarini guidati dai narcos”.

Dai paesi di arrivo, è emerso anche dalla cronaca del processo in corso a Lugano, partono poi i cosiddetti "muli": persone che attraversano l'Europa per rifornire infine mercati locali.

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