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Il centrodestra si spacca su Draghi

Crisi di Governo in Italia: Berlusconi pronto a collaborare, apertura di Salvini, ma Meloni dice no - Lo spread scende a 98 punti

  • 5 febbraio 2021, 23:03
  • Ieri, 17:40
Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) dice no a Draghi, al contrario di Berlusconi e Salvini

Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) dice no a Draghi, al contrario di Berlusconi e Salvini

  • Keystone
Di: Ansa/ATS/M. Angeli 

Le consultazioni avviate dal premier incaricato Mario Draghi, impegnato nel secondo giorno di lavoro per sciogliere la riserva sulla formazione di un nuovo Governo in Italia, stanno portando alla luce evidenti spaccature nel centrodestra, in quella che era stata presentata, finora, come una solida alleanza.

Se infatti Forza Italia (FI) di Silvio Berlusconi conferma il suo sì a Draghi, anche attraverso una telefonata tra il leader del partito e l'ex numero uno della Banca Centrale Europea, Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) è irremovibile nel dire no a un esecutivo che non passi dalle urne.

Più complessa la partita per Matteo Salvini. Il gruppo dirigente teme che se la Lega dovesse chiudere a Draghi, potrebbe finirebbe nell'ombra in caso di futuri "successi" del Governo, ottenuti anche grazie al Recovery (o Next Generation EU, il nuovo strumento europeo per facilitare la ripresa, 65,456 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto solo per l'Italia). Un'opposizione intransigente, inoltre, potrebbe dare agli italiani l'impressione di non aver agito nell'interesse del Paese, nel pieno di una crisi pandemica (costata già più di 90'000 morti), che ha innescato anche una grave crisi economica e sociale.

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La Lega, dunque, impegnata in un serrato dibattito interno, non chiude affatto la porta al Governo, anzi. Pare che le trattative siano in fase avanzata per consentire un sostegno ufficiale all'esecutivo. Domani (sabato) Salvini potrebbe già chiedere garanzie a Draghi sul programma, il Recovery e sul piano vaccini, in attesa poi del secondo giro di consultazioni previsto per la prossima settimana.

Salvini ora auspica un "Governo di tutti" e non esclude l'ingresso di propri ministri, in pole ci sarebbe sempre Giancarlo Giorgetti e non si esclude lo stesso leader, nel caso ci fosse un coinvolgimento di tutti i segretari dei partiti. Quello che è certo è che la Lega è tutt'altro che indifferente. Salvini si smarca così dall'alleata Giorgia Meloni, (Fratelli d'Italia), che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo.

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Nel frattempo, ora dopo ora, si consolida la maggioranza che sosterrà il Governo di Mario Draghi. Sarà larga e potrebbe andare oltre il perimetro del "modello Ursula" (in riferimento al nome della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen): Partito democratico (Pd), Forza Italia (Fi) di Silvio Berlusconi e Italia Viva (Iv) di Matteo Renzi, ma anche il MoVimento 5 Stelle (M5s) e Liberi e Uguali (LeU) ci stanno, mentre i segnali di apertura da parte della Lega sono sempre più netti.

Intanto la fiducia dei mercati in Mario Draghi si traduce con un altro rialzo per la Borsa di Milano (+0,8%) e, insieme, in un ulteriore calo dello spread Btp-Bund, che ha chiuso a 98 punti, col rendimento del decennale italiano allo 0,53%.

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