La miniatura settecentesca è un piccolo gioiello. Il tratto del pennello nero definisce in modo netto i contorni delle figure. I colori delle vesti dipinte sono ancora vividi. Uno stato di conservazione che ha del miracoloso.
"Questa è l’immagine del manoscritto che preferisco. Rappresenta l’apparizione di Gesù a San Tommaso, che incredulo tocca la piaga al costato del Cristo risorto", ci spiega padre Abu Najeeb. "Mi piace San Tommaso, perché è un filosofo, ed è dubbioso. È attraverso il dubbio che il discepolo arriva alla fede".
San Tommaso è particolarmente venerato dai cristiani iracheni. Secondo la tradizione, fu lui il primo a evangelizzare l’odierno Iraq. Fondò la prima comunità cristiana a Babilonia e gettò le fondamenta per la cristianizzazione dell’Iraq, che per secoli, fino alla conquista araba, rimase la culla del cristianesimo.
Ma per il frate domenicano la storia di San Tommaso rivela echi di una drammatica storia più recente. "San Tommaso morì infine martire per Gesù. Questo è ciò che è successo anche ai miei avi, in passato, e continua ad accadere. I cristiani d’Oriente non hanno mai accettato di convertirsi e così hanno preferito morire".
Prima da Mosul, poi da Qaraqosh. Padre Abu Najeeb ha salvato 800 manoscritti antichi dalle mani degli estremisti sunniti
Ma c’è un altro motivo per il quale Abu Najeeb, tra gli oltre 800 manoscritti che ha salvato preferisce questa raccolta di vangeli in lingua aramaica. "Questo è un libro vero, vissuto, utilizzato per secoli come libro di preghiera, tenuto in mano e sfogliato negli anni da molti uomini".
Jonas Marti