Il giorno del DEF (documento di economia e finanza) è arrivato. Oggi (giovedì) il Governo italiano presenta in Parlamento il principale strumento di programmazione economica del paese, nel quale l'Esecutivo pianifica spese e investimenti dei tre anni successivi. Un documento estremamente importante perché l'UE valuta la stabilità dei conti nazionali proprio in base al DEF.
Lega e M5S (al termine di trattative convulse tra i due partiti di Governo che hanno obiettivi diversi) hanno specificato mercoledì che le misure della prossima manovra partiranno a inizio 2019 e saranno finanziate con 20 miliardi di euro: 10 per il reddito di cittadinanza, 7 per riformare la legge Fornero (pensioni), 2 per la flat tax e 1 per assunzioni straordinarie. Il rapporto deficit/PIL sarà fissato al 2,4% nel 2019, per poi scendere (messaggio per cercare di convincere l'Europa e provare a rassicurare i mercati) al 2,1% nel 2020 e all'1,8% nel 2021.
Resta da chiarire uno dei nodi principali, cioè dove saranno reperite le necessarie coperture (il solo extra-deficit basta per coprire una serie di spese obbligate e poco altro).
Intanto il DEF del Governo ha già suscitato le critiche di Confindustria (la principale organizzazione delle imprese manifatturiere e di servizi): senza sostenibilità si rischiano più tasse. Mercoledì, lo ricordiamo, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, pur recependo il "buon segnale" di calo del deficit rispetto ai primi annunci di Lega e M5S, aveva dichiarato che, comunque, l'UE "farà rispettare le regole", spiegando che il giudizio si baserà sul 2019, quindi lo "sforzo" del Governo potrebbe non bastare perché il deficit strutturale rischia di essere "fuori traiettoria". Dietro le mosse del Governo di Lega e M5S "euroscettico e xenofobo" si intravede, denuncia Moscovici, un tentativo di "sbarazzarsi degli obblighi UE".
ATS/M. Ang.
RG 12.30 del 04.10.18 - Claudio Bustaffa in collegamento da Roma con Giuseppe Limoncello
RSI Info 04.10.2018, 14:52