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Il mandato d’arresto per Dodik infiamma la Bosnia

Il presidente della Republika Srpska, l’entità serba, che è accusato di attentato all’ordine costituzionale, non intende piegarsi all’ordine emesso dalla procura di Sarajevo

  • Oggi, 16:27
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Milorad Dodik, il presidente della Republika Srpska

  • Keystone
Di: ATS/AFP/Spi 

Sale la tensione in Bosnia-Erzegovina (BiH) dopo che mercoledì la procura di Sarajevo ha emanato un ordine di arresto nei confronti del leader serbo-bosniaco e presidente della Republika Srpska (RS) Milorad Dodik. L’accusa nei suoi confronti è di attentato all’ordine costituzionale. Stessa accusa, e ordini di arresto anche per il premier della RS Radovan Viskovic e del presidente del parlamento della RS Nenad Stevandic.

La Republika Srpska è l’entità a maggioranza serba della BiH. I tre non si sono presentati alla convocazione davanti alla Procura per rispondere dell’accusa loro contestata. Le tensioni sono aumentate da quando, a fine febbraio, il 65enne Dodik è stato condannato a un anno di carcere.  Il 65enne era stato incriminato per non aver rispettato l’autorità e le decisioni del tedesco Christian Schmidt, l’alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, incaricato del rispetto degli accordi di pace seguiti al conflitto che, tra il 1992 e il 1995, ha causato nel paese balcanico 100’000 morti.

La reazione di Dodik non si è fatta attendere: “Raccomando alla polizia federale di non agire e sono sicuro che non lo faranno”, ha detto dalla sua roccaforte a Banja Luka, capitale dell’entità serba, una delle due, assieme all’altra croato-musulmana, in cui è divisa la Bosnia.

Il presidente della RS ha ribadito ancora una volta che non si piegherà alle richieste del sistema giudiziario dello Stato centrale. “La Bosnia non è stata creata per essere uno Stato sul piano interno, ma unicamente sul piano internazionale”, gli ha fatto eco il premier della RS Viskovic.

Gli ordini di arresto giungono mentre il parlamento della RS sta discutendo il progetto di una nuova costituzione. Il testo, allo stadio di prima versione, prevedrebbe il “diritto all’autodeterminazione” e il diritto di formare “federazioni o confederazioni con Stati limitrofi”, un riferimento nemmeno tanto velato ad un riavvicinamento alla vicina Serbia.

L’unica certezza al momento è che nessuno dei tre politici sembra intenzionato a farsi arrestare.

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RG delle 12.30 del 12.03.25, il servizio di Giovanni Vale

RSI Info 12.03.2025, 16:09

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