Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha confermato martedì davanti al Parlamento che ci sono solide prove a dimostrazione che l’omicidio di Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, è stato pianificato. Il 64enne ha detto di non dubitare della sincerità del re Salman ma è intenzionato a chiedere che i 18 sospettati, arrestati dalle autorità di Riad negli scorsi giorni, collaborino con le indagini e siano processati in Turchia.
I primi elementi dell'inchiesta hanno rivelato che tre agenti sauditi erano giunti nel paese il giorno prima dell’uccisione del giornalista e si erano recati in una foresta vicino alla capitale per dei sopralluoghi, dove la polizia sta tuttora cercando il cadavere dell’uomo. Altre 15 persone sono giunte nella sede diplomatica poco prima del delitto e il circuito interno di videosorveglianza era stato spento. Un altro dettaglio che rivela la premeditazione, secondo Erdogan.
Khashoggi, la verità turca
Telegiornale 23.10.2018, 14:30