La Corea del Nord ha annunciato oggi, giovedì, che rafforzerà la presenza militare al confine con la Corea del Sud e che ritiene ormai nullo l’accordo del 19 settembre 2018 volto a prevenire incidenti armati alla frontiera fra i due Paesi, in particolar modo quella marittima. È la risposta alla decisione di Seul di sospendere parzialmente la medesima intesa e di schierare nuovi “mezzi di sorveglianza”. Secondo gli esperti, cresce così il rischio di scontri lungo la linea del 38° parallelo.
L’episodio che ha fatto aumentare la tensione fra i due vicini ancora formalmente in guerra (nel 1953 fu siglato solo un armistizio) è stato il lancio - martedì- del primo satellite spia di Pyongyang. Alla partenza del Malligyong-1 ha assistito anche il leader Kim Jong-un. Il satellite avrebbe già fornito immagini delle infrastrutture militari statunitensi sull’isola di Guam, una base fondamentale per Washington nel Pacifico. Su questo punto Seul ha espresso dubbi, ma ciononostante la Corea del Sud ha adottato i provvedimenti citati.
Alla riuscita dell’operazione di messa in orbita, secondo i servizi segreti sudcoreani, avrebbe contribuito anche il know-how russo. Gli esperti di Mosca avrebbero corretto gli errori che avevano portato al fallimento dei due precedenti tentativi in maggio e in luglio.
Anche la Corea del Sud si prepara a lanciare il suo primo satellite spia, con un razzo di SpaceX il 30 novembre.