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Il sindaco-poliziotto d'America

Dopo 29 anni di servizio un agente afro-americano è stato eletto alla guida della sua città in North Carolina. L’abbiamo incontrato

  • 30 aprile 2021, 19:50
  • 22 novembre, 17:06
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RG 12.30 L'intervista di Emiliano Bos a Jacquest Gilbert

RSI Info 30.04.2021, 19:26

  • © RSI / Emiliano Bos
Di: Emiliano Bos - corrispondente RSI dagli Stati Uniti 

“Sono cresciuto in una casa popolare, in un quartiere povero. Non ho mai avuto un buon rapporto con la polizia. E non avrei mai pensato di diventare un agente”. Invece Jacques Gilbert ha indossato la divisa per 29 anni, fino al grado di capitano. E ora comanda le forze di sicurezza di Apex, qui in North Carolina, in qualità di sindaco.

Riflette sulla riforma della polizia di cui in tutti gli Stati Uniti si parla, non solo per il caso di George Floyd ma per i continui episodi di violenza da parte degli agenti.

“Va cambiato il sistema: io lo posso dire perché ne sono stato parte. C’è una cultura del “NOI/poliziotti contro LORO/cittadini”. L’unico modo – dice in questa intervista alla RSI – “è essere poliziotti in modo compassionevole. E poi il sistema deve garantire la responsabilità degli agenti, senza impunità. Il cambiamento del modo di fare polizia è fondamentale. Sennò non ci saranno passi avanti”.

Per provare a ripensare il modo in cui viene gestita la pubblica sicurezza, lui ha fondato anche una scuola di polizia: “Blue Lights College”, un biennio che precede l’accademia statale vera e propria. L’idea è nata nel 2017: “Ho percepito la necessità di un cambiamento” spiega il sindaco-poliziotto. L’obiettivo, dice durante la conversazione nel suo ufficio di Apex, è creare una nuova generazione di poliziotti. “A differenza di quanto accade durante la formazione nell’accademia statale, noi insegniamo anche a usare umanità, compassione e fiducia. È un corso diverso, per capire la vocazione del polizotto, che deve risolvere i problemi diventando parte della soluzione”.

La scuola attrae giovani da tutti gli USA. Anche perché il suo team di basket ha già raggiunto livelli elevati tra le formazioni dell’agguerrito campionato riservato ai college.

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Un piccolo negozio alla periferia di Apex, in North Carolina. Qui la polizia locale è composta da circa 100 agenti

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Gilbert è convinto che chi intraprende la carriera di poliziotto – o almeno così è stato per lui – all’inizio “vuole cambiare il mondo e mettersi al servizio della comunità”. Poi, aggiunge, “entri in un ambiente in cui vige una sorta di patto coi tuoi colleghi poliziotti: dobbiamo proteggerci a vicenda tra noi. E qui iniziano la spaccatura e il distacco dai cittadini”.

La sfiducia provocata dalle violenze sistematiche e razziste dei poliziotti spesso, adesso, è profonda. Un solco che non sarà facile colmare. “È sempre stato un problema di fondo, che viene denunciato da anni. A partire dal primo video sulle brutalità degli agenti contro l’afro-americano Rodney King, a Los Angeles nel 1992. Questi episodi sono stati spesso insabbiati”. Noi poliziotti – aggiunge il sindaco – “abbiamo deluso l’America. Ora dobbiamo risolvere, insieme: cittadini e polizia”.

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Lo skate-park di Apex creato su iniziativa dell'attuale sindaco, quando era ancora un agente

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Cita un esempio: anni fa, durante il servizio, fu chiamato da alcuni residenti che si lamentavano per gli schiamazzi degli skater. “Tra noi poliziotti e chi usa lo skateboard non corre buon sangue, c’è diffidenza reciproca”, racconta. Invece di sanzionare quei ragazzi, Gilbert ci parlò. “Non fu facile. Ci volle pazienza per creare un rapporto e capirsi”. Il problema era evidente: “Questi ragazzi non avevano uno spazio dove usare le loro tavole”. Era il 2014. L’allora poliziotto coinvolse il consiglio municipale. La città stanziò oltre 700'000 dollari. E oggi, a qualche centinaio di metri dal municipio, vediamo uno skate-park con spazi per chi vuole usare skateboard o pattini. A metà mattina ci sono una decina di persone, tra cui un papà con la figlia di 9 anni. L’idea, è evidente, ha funzionato. Quando furono avviati i lavori qualcuno riferì la notizia alla Casa Bianca. E l’allora presidente Barack Obama premiò l’allora-poliziotto Gilbert con la “medaglia per il cambiamento”.

L’adesso-sindaco Gilbert ha continuato a coinvolgere la cittadinanza. Ha creato un comitato per valutare l’operato dei circa 100 poliziotti che lavorano per il dipartimento di questa cittadina di 70mila abitanti. Che di certo non ha i problemi di sicurezza di Minneapolis o Chicago. Non è un po’ ingenuo – gli chiedo - pensare di modificare questa cultura, visto che qui negli Stati Uniti ci sono 18'000 agenzie locali di sicurezza?

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Jacques Gilbert, prima di diventare sindaco, ha creato una scuola per aspiranti poliziotti

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“Dev’esserci un approccio nazionale. Io controllo solo la polizia qui a Apex”, risponde. “Posso diventare un modello e offrire una buona pratica. Bisogna affrontare la questione culturale di cui parlavo, per creare un ambiente in cui un poliziotto possa denunciare un comportamento illecito di un collega”.

Molti sindaci – aggiunge – sperano che le violenze della polizia non accadano nella loro città. Questo non può più bastare: “Bisogna essere pro-attivi. Dopo la morte di George Floyd, la gente mi ha chiesto come prevenire simili incidenti. La polizia locale non può giudicare se stessa decidendo da sola sui propri errori”. Per individuare le responsabilità, - conclude – “è fondamentale coinvolgere i cittadini in un ruolo di supervisione. Il passaggio decisivo è proprio il cambio di mentalità”.

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