La questione europea, ancor prima della Brexit, è da sempre un argomento tossico per i premier conservatori. Gli ultimi quattro capi di governo britannici, provenienti dalle file Tory, sono stati defenestrati per irrisolvibili dissidi sui rapporti con Bruxelles. Tra meno di un mese toccherà ad un altro primo ministro trovare la soluzione al rebus Brexit, costato lo sfratto a Theresa May.
Il tempo corre verso la prossima scadenza, il 31 ottobre. Entro quella data Londra dovrà decidere cosa fare: se richiedere all’Unione Europea un quarto rinvio, oppure sfidare le mille incognite di un divorzio disordinato. Strada, quest’ultima, sconnessa non meno che impervia, considerata la ripetuta opposizione di Westminster verso una soluzione “no deal”.
L'uscita di scena di May non basterà dunque a risolvere l’enigma. Ma se l’ipotesi di un secondo referendum langue nelle intenzioni della minoranza, elezioni anticipate - da convocare già in autunno - appaiono non solo l’inevitabile conseguenza ma anche l’unica via d'uscita dall’attuale stallo parlamentare.
3 anni fa, la Brexit
Telegiornale 23.06.2019, 22:00