È una vera e propria marcia trionfale, composta da grida di slogan, sventolio di bandiere e incessanti colpi di clacson. Si canta, si urla, ci si abbraccia: la vittoria è finalmente arrivata, il sogno di una Turchia più forte è diventato realtà.
Sono giovani, sono anziani, famiglie e gruppi di amici, sono i figli del reis Recep Tayyip Erdogan e vogliono essere i nuovi ottomani, temuti e rispettati da tutti. Vogliono far capire all’Europa che da oggi il Paese non prenderà più ordini da nessuno, perché un nuovo destino è stato segnato - democraticamente, ci tengono a dire - e ora nessuno potrà più fermarli.
Per i viali di Ankara puntellati da grattacieli procedono in parata migliaia di automobili e bus tappezzati di “evet”, sì in turco. Qualcuno sgomma, un altro sale sul tetto della sua auto e grida: “per te, nostro Erdogan, siamo pronti a morire”. Gioia e rancore insieme, una miscela potente.
Jonas Marti