“I palestinesi iniziano la propria giornata alla ricerca di un sorso d’acqua”, racconta il giornalista Aziz Kahalud alla RSI. L’uomo si trova in fuga e dal Nord della Striscia intende come molti altri raggiungere il Sud. Nella regione mancano cibo, gasolio e medicine: “Oltre un milione di persone sono state sfollati senza un piano umanitario per sostenerle”, nota Kahalud. Gli sfollati sognano di poter bere un sorso d’acqua e riposare in un luogo sicuro. Inoltre, sabato Israele aveva lanciato un appello all’Egitto per aprire il valico di Rafah e spostare i feriti che è stato però rifiutato. “La maggior parte di loro morirà”, commenta Kahalud.
Nella giornata di domenica sono circolate voci non ufficiali circa l’allestimento sul versante egiziano di una tendopoli, in grado di accogliere decine, o forse centinaia di migliaia di sfollati. “Sembra che siano in corso dei negoziati con alcuni Paesi arabi per accogliere le persone in fuga”, racconta il giornalista. La priorità dei palestinesi è molto chiara: nonostante tengano molto alla propria patria, intendono salvarsi la vita dai colpi di cannone israeliani. “Non pensano a questioni politiche al momento”, conclude Kahalud, “quello che importa ora è mettersi in salvo”.
Gaza, emergenza umanitaria
Telegiornale 15.10.2023, 16:23