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In fumo le riduzioni di gas serra

Le fiamme, dopo l'Amazzonia, stanno divampando anche nelle foreste del sud-est asiatico. Le zone più colpite si trovano nel Borneo e sull'isola di Sumatra

  • 23 settembre 2019, 12:14
  • 22 novembre, 21:06
03:53

Emergenza incendi in Indonesia

Telegiornale 22.09.2019, 22:00

Di: Loretta Dalpozzo 

A distanza di decine migliaia di chilometri, due foreste in fiamme ci ricordano che le ambizioni di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, rimangono un miraggio. Al contrario della sua controparte brasiliana, il presidente indonesiano Joko Widodo si dice determinato ad imparare dagli errori del passato, mettendo fine alla distruzione delle aree boschive, così importanti per il pianeta. Intanto però sei provincie indonesiane sull'isola di Sumatra hanno dichiarato lo stato d'emergenza.

La differenza tra la foresta amazzonica e quella indonesiana è che quest'ultima è foresta torbiera e le fiamme sotto la superficie possono continuare a bruciare per mesi, rendendo difficilissimo il lavoro dei vigili del fuoco. Si stima che le torbiere contengano 60 miliardi di tonnellate di carbonio - quasi 220 miliardi di tonnellate di CO2. Quando bruciano, il pianeta diventa più vulnerabile ai cambiamenti climatici, perdendo le sue difese naturali.

Gli incendi devastano l'Indonesia: cruciale, nell'emergenza, il contributo dei vigili del fuoco volontari

L'Indonesia si è impegnata a ridurre le sue emissioni del 29% entro il 2030. Circa il 75% dei gas serra è provocato dalla deforestazione e l'espansione agricola nel sudest asiatico non sembra rallentare.

Come in Brasile, la causa principale dei roghi indonesiani è l'attività umana. Nel tentativo di fare spazio a nuove piantagioni, soprattutto di palma da olio, i titolari delle concessioni commerciali o i piccoli agricoltori approfittano della stagione secca per appiccare il fuoco. Il metodo "brucia e taglia" è uno dei più antichi e meno costosi. Widodo ha dato ordine di agire severamente contro i piromani, che siano potenti aziende o individui.

I devastanti incendi del 2015, lasciarono infatti ferite profonde all'immagine del paese, alla sua economia, con perdite per 16 miliardi di franchi, e alla salute pubblica. Da allora i passi intrapresi dal governo hanno spinto alcuni analisti a parlare di "modello indonesiano" che può servire d'esempio ad altri. Secondo il World Resources Institute nel 2016 il paese ha perso 1 milione di ettari di foreste, ma nel 2017 il tasso è sceso del 60%.

Incendi e focolai nelle zone remote dell'Indonesia sono raggiungibili soltanto a piedi o in barca

La tecnologia e nuovi sistema di mappatura hanno aiutato a rendere la popolazione più consapevole ed attenta. Un programma per ripristinare la foresta torbiera, incentivi e concorsi per motivare la comunità a trovare soluzioni innovative, azioni legali contro chi disbosca illegalmente sono altre iniziative, che però vengono spesso compromesse da misure locali contraddittorie e dalla corruzione. L'olio di palma genera all'Indonesia 1,4 miliardi di franchi ogni anno e ha creato 12 milioni posti di lavoro.

Gli incendi visti nelle ultime settimane e la loro gestione sono quindi la più grande sfida per le autorità dall'introduzione del nuovo approccio. I progressi fatti rischiano di andare in fumo, considerato che più di 300'000 ettari di aree verdi sono già andati persi quest'anno.

Si tratta di un'emergenza che in Indonesia ricorre ogni anno, di conseguenza la prevenzione dovrebbe avere un maggiore impatto, anche quando, come quest'anno, il fenomeno metereologico conosciuto come El Nino, rende la stagione secca, particolarmente lunga.

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