La Corte Suprema indiana ha approvato lunedì la decisione del governo del primo ministro Narendra Modi di porre fine allo status di semi-autonomia del Kashmir, Stato al centro di un’insurrezione che dura da decenni.
La decisione del 2019, che ha permesso a Nuova Delhi di amministrare direttamente la regione del “Jammu and Kashmir” a maggioranza musulmana, ha rappresentato “il culmine del processo di integrazione e, in quanto tale, un valido esercizio del potere”, ha affermato la più alta corte del Paese nel verdetto.
Modi ha immediatamente salutato la decisione come “storica”. Lunedì scorso, la Corte Suprema ha pure ordinato di tenere le elezioni nel Jammu e Kashmir entro il 30 settembre 2024.
La revoca della limitata autonomia del Kashmir è stata accompagnata, oltre che dall’imposizione di un governo diretto da Nuova Delhi, da arresti di massa, dalla chiusura totale dello Stato e da un blackout delle comunicazioni durato mesi, mentre l’India rafforzava le forze armate nella regione per contenere le proteste.
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