"Stavo guidando l'auto, quando alle 14:46 è arrivata la scossa. Mia moglie stava servendo i clienti alla reception del suo ufficio che si trovava proprio davanti alla centrale nucleare. Il giorno del terremoto eravamo entrambi a lavoro. Ci saremmo dovuti incontrare a casa nostra a Futaba, ma i telefoni hanno smesso di funzionare e non riuscivamo più a parlare".
Yuji Onuma abitava a Futaba, una cittadina della prefettura di Fukushima, in Giappone, dove lavorava come agente immobiliare. La sua casa era ad appena quattro chilometri dalla centrale atomica della TEPCO. Molti degli appartamenti che lui stesso dava in affitto erano occupati dai lavoratori della compagnia. Dopo la scossa di magnitudo 9, il più potente mai registrato in Giappone, è seguito lo tsunami.
"Mi trovavo su un ponte quando è arrivata l’onda. L’acqua diventava sempre più alta e ho avuto paura che il ponte sarebbe stato spazzato via, ma poi sono riuscito ad attraversarlo. L’attimo dopo, la città è stata travolta dallo tsunami. Per tornare a casa ho dovuto prendere delle vie secondarie. Sulle strade si erano formati dei dossi, gli pneumatici di alcune auto erano esplosi e c’erano degli edifici crollati", racconta alla RSI.
Lo tsunami nella città di Miyako, in una foto scattata l'11 marzo 2011
La sera dell’11 marzo di dieci anni fa, dopo il terremoto, ha passato la notte in auto in un parcheggio, con la moglie incinta del loro primo bambino: "Avevo un cattivo presentimento: vivevo vicino alla centrale atomica, ho pensato che era pericoloso. Alla fine, il timore si è avverato".
Il giorno dopo, un’esplosione all’impianto nucleare ha cambiato tutto: quasi l'intera cittadina di Futaba è rientrata nella zona cosiddetta "di difficile ritorno" a causa dell'elevata radioattività. "Ho perso tutta la vita che avevo lì", ci dice Onuma.
Onuma con la sua famiglia in uno scatto recente a Futaba, nella prefettura di Fukushima
La sua storia in Giappone è diventata nota perché a 12 anni Onuma aveva vinto un concorso per ideare lo slogan di benvenuto della città. "Quando ero alle scuole elementari, avevo inventato la frase 'Energia nucleare per un futuro luminoso' come compito a casa. Dopo l’incidente alla centrale, avevo sentimenti contrastanti perché le parole sull’insegna esposta in città erano state prese dai media per simboleggiare l’opposto. Così, per rimediare, anni dopo mi sono piazzato davanti all’insegna e con un altro cartello ho corretto la scritta per dire che l’energia del futuro è senza nucleare”.
Ciliegi in fiore nella città di Futaba ormai disabitata, in uno scatto del 2014 che ritrae Yuji Onuma con la moglie sotto il cartello che promuove l'energia nucleare
Yuji Onuma adesso ha 46 anni e vive con la moglie e due figli nella città di Koga, a nord di Tokyo. Fa l'imprenditore e si occupa di energia solare. Vicino ai suoi pannelli fotovoltaici ha esposto la scritta "Energia rinnovabile, energia luminosa per il futuro".
Elena Boromeo
10 anni da Fukushima
Telegiornale 10.03.2021, 21:00