Iran, nuova giornata di proteste

Nonostante i limiti e i divieti all'accesso a internet e le autorità che hanno bloccano l'accesso alle app di Instagram e WhatsApp, gli iraniani hanno risposto agli appelli in rete degli attivisti e si sono radunati sabato per le strade della città di Ardabil (nordovest). A testimoniarlo i video condivisi su Twitter.

Commercianti hanno scioperato a Saghez, città natale di Mahsa Amini nella provincia del Kurdistan, e a Mahabad (nord), secondo il media in linea 1500tasvir, che denuncia le violazioni dei diritti umani. Le proteste in Iran sono esplose dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda iraniana, deceduta tre giorni dopo il suo arresto da parte della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo islamico.

Intanto il regime teocratico di Teheran promette vita breve ai rivoltosi scesi in piazza per protestare contro la morte di Mahsa. Hasan Hasanzadeh, comandante dell'unità Rasulallah di Teheran, una divisione del corpo delle Guardie rivoluzionarie, ha affermato che "se queste forze scendessero in piazza tutti i rivoltosi sarebbero spazzati via". Secondo Hasanzadeh "anche 380 unità della milizia paramilitare Basij si sono preparate per contrastare le proteste".

Dimostrazioni in Svizzera

Per il terzo sabato consecutivo si sono svolte in Svizzera azioni di protesta per la situazione in Iran. Alcune centinaia di persone si sono riunite oggi a Zurigo e circa 500 a Berna. Ieri, a Losanna, quasi 200 persone hanno preso parte ad una dimostrazione nel tardo pomeriggio.

Nella capitale federale molti manifestanti sventolavano bandiere curde. La protesta a Berna è stata organizzata dal Partito democratico del Kurdistan iraniano in Svizzera. Gli organizzatori hanno invocato "libertà per tutti i prigionieri politici in Iran". Diversi oratori hanno espresso la loro solidarietà alle donne iraniane, con lo slogan "Donne, vita, libertà" che è risuonato più volte