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Ishiguro, tra onore e incredulità

Intervista allo scrittore giapponese, insignito del premio Nobel per la letteratura

  • 5 ottobre 2017, 21:46
  • 23 novembre, 04:03
01:41

Ishiguro, la sua reazione dopo il Nobel

RSI Info 05.10.2017, 21:45

Dodici mesi fa Bob Dylan aveva atteso alcune settimane prima di accettare il Nobel per la letteratura. Oggi, Kazuo Ishiguro ha addirittura accolto una troupe della BBC a casa sua per esprimere “sorpresa e onore” per la scelta dell’Accademia di Stoccolma. “Sono della vecchia scuola, finché la BBC non mi ha chiamato per intervistarmi, credevo che fosse tutto uno scherzo”. Nel corso di una conferenza improvvisa negli uffici della sua casa editrice londinese, davanti al British Museum, Ishiguro non nasconde lo stupore per una giornata “clamorosamente inattesa”.

Profondamente onorato

“Purtroppo viviamo in un mondo di fake news, ero diffidente. Pensavo che in questi casi l’Accademia fosse la prima a chiamare. Così non è stato”. Scherza Ishiguro, anche quando racconta della conferma, tardiva, arrivata infine dalla Svezia. “Ho avuto la netta sensazione che pensassero che non sarei intervenuto alla cerimonia di dicembre. Invece ci sarò”. Diversamente da chi l’ha preceduto. “Mi sento profondamente onorato di questo premio. Penso che il premio Nobel sia ancora un’istituzione che va rispettata. Stiamo vivendo tempi di estrema incertezza, spero di riuscire a portare, attraverso i miei libri, un messaggio di positività”.

Scrittore internazionale

Orgoglio, ma anche una leggera sensazione di disagio: questi i primi pensieri dopo la telefonata dell’Accademia. “Ero felice perché in qualche modo mi sono sentito sulle orme di tutti quei grandi scrittori che hanno vinto il Nobel prima di me, e che sono stati i miei maestri. Ma ho anche avvertito un leggero imbarazzo per gli altrettanto grandi scrittori che non l’hanno mai vinto”. Si definisce uno “scrittore internazionale”, rifiutando l’etichetta di autore engagé: “Non sono un giornalista. Il mio mestiere è scrivere, ovvero fare un passo indietro e osservare le relazioni tra le persone e quelle con il potere. Tutti noi abbiamo determinate responsabilità verso gli altri. Ma non mi è stato dato il Nobel per le mie idee politiche, bensì per la qualità del mio lavoro letterario”.

Lorenzo Amuso

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