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Israele alla CIG: “Un’accusa completamente avulsa dai fatti”

Tel Aviv respinge la denuncia di genocidio presentata dal Sudafrica - Continuano le operazioni israeliane nella Striscia

  • 17 maggio, 14:49
  • 25 settembre, 12:37
I membri della delegazione Israeliana all'Aia

I membri della delegazione Israeliana all'Aia

  • Reuters
Di: Reuters/ATS/RSI Info 

Israele ha difeso la necessità militare della sua offensiva a Gaza venerdì presso la Corte internazionale di giustizia (CIG, nota anche come Tribunale internazionale dell’Aia) e ha chiesto ai giudici di respingere la richiesta del Sudafrica di ordinare l’interruzione delle operazioni a Rafah e il ritiro dal territorio palestinese. In precedenti sentenze, la Corte ha respinto le richieste di Israele di archiviare il caso e ha ordinato a Israele di prevenire atti di genocidio contro i palestinesi, pur non ordinando di fermare l’aggressione.

Scatti dall'interno della Corte Internazionale di Giustizia

Si aprono le udienze per il caso intentato dal Sud Africa che accusa Israele di genocidio.

Gilad Noam, il vice procuratore generale israeliano per gli affari internazionali di Israele, ha definito l’accusa sudafricana a Israele di aver violato la Convenzione sul genocidio “completamente avulsa dai fatti e dalle circostanze”, definendolo un caso “che si fa beffe dell’odiosa accusa di genocidio”. Si tratta, per Noam, di “un’oscena strumentalizzazione della convenzione più sacra”, riferendosi al trattato internazionale che vieta il genocidio, concordato nel 1949 dopo l’Olocausto degli ebrei europei nella Seconda guerra mondiale. “C’è una tragica guerra in corso, ma nessun genocidio”, ha detto.

La CIG ha ricordato alla delegazione israeliana che la convenzione da lei citata impone a tutti i Paesi di agire per prevenire il genocidio: questo, conclude la Corte, dà al Sudafrica il diritto di presentare il caso.

L’équipe legale sudafricana, che il giorno precedente aveva presentato la richiesta di nuove misure d’emergenza, ha inquadrato l’operazione militare israeliana come parte di un piano genocida volto alla distruzione del popolo palestinese.

04:32

Israele-Gaza, la situazione

Telegiornale 16.05.2024, 20:00

L’ambasciatore del Sudafrica nei Paesi Bassi, Vusimuzi Madonsela, ha chiesto alla corte di ordinare a Israele di “ritirare immediatamente, totalmente e incondizionatamente, l’esercito dalla zona della Striscia di Gaza”. Un’azione d’emergenza quella richiesta dal Sudafrica, sollecitata urgentemente per rispondere all’assalto militare israeliano a Rafah, alla periferia meridionale di Gaza, rifugio ora della metà dei 2,3 milioni di abitanti della Striscia.

Per Israele, tuttavia, le operazioni militari non sono e non erano rivolte ai civili, ma ai terroristi di Hamas, che utilizzano Rafah come rifugio. La città rappresenta un “punto nevralgico per le attività terroristiche in corso” e costituisce “la roccaforte di Hamas”. La delegazione inoltre ha detto di non aver voluto la guerra a Gaza, ma di essere “sotto attacco e di combattere per difendere” i cittadini israeliani.

Il Sudafrica ha inoltre chiesto alla Corte di ordinare a Israele di consentire l’accesso senza ostacoli a Gaza ai funzionari delle Nazioni Unite, alle organizzazioni che forniscono aiuti umanitari, ai giornalisti e agli inquirenti.

La situazione a Gaza

L’esercito israeliano continua le sue operazioni sia a Rafah, nel sud della Striscia, sia a Jabalya, nel nord dell’enclave palestinese. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui a Rafah le azioni proseguono “in numerosi luoghi” e i soldati “hanno smantellato un sito di lancio con razzi a lunga gittata” nella parte est della città.

A Jabalya, le truppe “hanno esteso le zone di combattimento e intensificato il controllo operativo della zona”. Nel corso delle ultime 24 ore sono stati colpiti - secondo la stessa fonte - circa 60 obiettivi terroristici” in tutta la Striscia.

L’esercito statunitense intanto ha comunicato che venerdì mattina sono sbarcati i primi camion di aiuti umanitari attraverso il molo provvisorio di Gaza. Nessuna truppa americana, si sottolinea nella nota diffusa su X, ha messo piede nell’enclave.

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