Non avverrà prima di venerdì il rilascio degli ostaggi promesso dell’accordo di tregua temporanea con Hamas a Gaza. Lo ha affermato mercoledì il consigliere per la sicurezza nazionale israeliana Tzachi Hanegbi. “Le trattative per il rilascio dei nostri prigionieri procedono e proseguono costantemente”, ha affermato il consigliere in una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del primo ministro. “L’inizio della liberazione avverrà secondo l’accordo originale tra le parti”, ha ribadito.
Israele avrebbe ricevuto da Hamas la lista degli ostaggi che saranno rilasciati nel primo giorno di tregua. Lo ha riportato l’emittente israeliana Canale 12, secondo cui Israele non pubblicherà i nomi per “evitare di nutrire false speranze nei familiari nel caso l’accordo non dovesse concretizzarsi”. La lista è stata data al capo del Mossad - l’istituto israeliano per l’intelligence e servizi speciali - David Barnea, che si trova in Qatar.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che la Croce Rossa (CRI) “deve poter visitare gli ostaggi di Hamas e rifornirli di medicine”. Ritiene che questa clausola rientri negli accordi sul cessate il fuoco. “La CRI è parte dell’accordo”, ha detto, “e la clausola è stata formulata dal mediatore, noi l’abbiamo accettata e anche Hamas. Ci aspettiamo che la CRI agisca su quella base. Non è possibile che essa non insista per attuarla”.
Alla domanda di una giornalista secondo cui la CRI non è stata informata, Netanyahu ha risposto: “Quando l’accordo sul cessate il fuoco parte, gli ostaggi che restano devono ricevere le visite. Se la Croce Rossa non lo sapeva, ora lo sa”.
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