I risultati definitivi delle elezioni in Israele non hanno cambiato la situazione di stallo politico determinato dal fatto che nessuna coalizione è stata in grado di ottenere la maggioranza parlamentare per formare il governo. Il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu è a caccia dei voti di formazioni esterne all’alleanza, in un difficile esercizio di equilibrio tra partiti di destra e rappresentanti della minoranza arabo -israeliana per dar vita al suo settimo esecutivo nel tentativo di evitare un quinto ritorno alle urne in due anni.
Secondo i dati conclusivi del Comitato elettorale centrale, il Likud è il primo partito con 30 seggi alla Knesset su 120, a seguire lo sfidante Yair Lapid con 17. Tuttavia la coalizione che ha sostenuto il premier (Likud, Partiti religiosi, Religiosi sionisti) si ferma a 52 seggi, senza poter formare un esecutivo omogeno di destra.
L'insieme dei partiti contrari al 71enne che guida il paese dal 2009 (Centro, Sinistra, Destra e Lista Araba Unita) grazie ai voti ottenuti ha 57 seggi. Quindi anche questa coalizione non sarebbe in grado di ottenere la maggioranza.
Da parte loro gli indipendenti, Yamina (l’alleanza "A destra" di Naftali Bennett, alla guida di vari ministeri dal 2013 al 2020) e gli arabi islamisti di Raam, hanno rispettivamente 7 e 4 seggi. Neanche con il sostegno di Bennett, il premier uscente riuscirebbe pertanto a raggiungere i 61 voti necessari.
Israele, ancora stallo politico
Telegiornale 26.03.2021, 13:30