Il Governo italiano ha varato, venerdì sera, il decreto di Natale: l'Italia dal 24 fino al 6 gennaio sarà rossa per tutti i festivi e prefestivi, fino all'Epifania dunque, con i negozi, i bar e i ristoranti chiusi e il divieto di uscire da casa propria se non per motivi di lavoro e salute.
Parola d'ordine: evitare la terza ondata a gennaio e febbraio
La nuova stretta è stata decisa per evitare che i pranzi e le cene delle feste facciano da detonatore a una terza ondata pandemica a gennaio e febbraio. "La situazione rimane difficile, il virus si lascia piegare ma non sconfiggere. Dobbiamo intervenire e vi assicuro che è una decisione non facile e sofferta", dice il premier Giuseppe Conte, sottolineando come la stretta sia il frutto della "preoccupazione" degli scienziati per la risalita della curva.
Il decreto legge in Gazzetta ufficiale da stasera
Le misure sono contenute in un decreto legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato, dopo un lungo confronto all'interno del Governo e con le Regioni. Un "punto di equilibrio - spiega il presidente del Consiglio - tra la stretta da mettere in campo e le deroghe necessarie, in considerazione dell'importanza sociale e ideale che le feste" di Natale hanno per gli italiani.
Per bar e ristoranti 645 milioni di ristori
Il Cdm ha inserito nel nuovo decreto un articolo per la creazione di un fondo da 645 milioni per i bar e i ristoranti costretti a chiudere. "Chi subisce danni economici deve essere subito ristorato", dice Conte. Alla fine dunque ha prevalso la linea dei rigoristi, quella rappresentata fin dall'inizio dell'emergenza dai ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia, ribadita anche oggi da quest'ultimo alle Regioni.
Le deroghe: 2 non conviventi e under 14
L'unica cosa che il premier Conte, che era con Italia Viva per un intervento molto più morbido, è riuscito a spuntare, è la deroga per due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma potranno farlo "una sola volta al giorno" e "verso una sola abitazione", ovviamente nella stessa regione.
Tutelati i piccoli Comuni
Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli comuni: durante le giornate in cui l'Italia sarà arancione ci si potrà spostare da quelli sotto i 5'000 abitanti, ma a una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Con l'eccezione della Campania, se Vincenzo De Luca manterrà quanto promesso annunciando un'ordinanza per vietare comunque ogni spostamento.
I giorni "rossi" e quelli "arancioni"
Dalla vigilia di Natale l'Italia sarà dunque in zona rossa. E ci resterà fino al 27 e poi nuovamente dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio. Dieci giorni in tutto. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio il paese sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all'interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio. Prima di chiudere tutto, l'Italia sarà però tutta gialla, almeno per un giorno: sabato scadono le ultime ordinanze di Speranza che tenevano Campania, Toscana, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano in zona arancione e, dunque, da domenica anche in quei territori varranno le regole attualmente in vigore nel resto del paese. Da lunedì per 3 giorni saranno valide le misure per le zone gialle, ad eccezione della possibilità di spostarsi tra le regioni che sarà sospesa come previsto dal Dpcm del 3 dicembre.
La maggioranza delle regioni d'accordo con la linea del rigore
Nel corso della riunione con il Governo, la maggior parte dei presidenti di Regione non ha contestato le misure. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, le aveva anticipate con un'ordinanza, vietando da oggi la mobilità tra i comuni veneti a partire dalle 14, mentre il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, aveva annunciato già in mattinata qual era la linea dei governatori: zona rossa "alternata", quella che poi è passata. L'unico che ha espresso la sua contrarietà in modo netto è stato Giovanni Toti (Liguria). "Il Governo deve tener conto di tutti i numeri della pandemia. Le chiusure natalizie potrebbero costare in Liguria 200 milioni". Ma anche lui, alla fine, si è adeguato al Natale in rosso. Senza cenoni e senza festa.
Il precedente decreto del 3 dicembre
Il decreto odierno, dunque, inasprisce in parte le misure che erano state decise in quello del 3 dicembre, che già vietava gli spostamenti tra regioni (dal 21 dicembre al 1° gennaio) e quelli tra comuni (il 25 dicembre, il 26 dicembre e il 1° gennaio). Uniche deroghe quelle motivate dalla residenza e dal domicilio, ma non valide per chi ha una seconda casa. Deroghe anche per chi ha figli minorenni in una regione diversa dalla propria o per chi deve assistere un genitore solo.
Notiziario 03.00 del 03.12.2020 Nuovo decreto in Italia
RSI Info 03.12.2020, 07:50
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Lorenzo Buccella sul nuovo decreto in Italia
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