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Italia, medici e infermieri incrociano le braccia

Operatori sanitari sul piede di guerra: annunciato lo sciopero generale il 20 novembre contro la legge di Bilancio, che fa saltare le nuove assunzioni e prevede scarsi aumenti salariali

  • 24 ottobre, 13:12
01:46

RG 12.30 del 24.10.2024 - Il servizio di Anna Valenti

RSI Info 24.10.2024, 12:51

  • ANSA
Di: RG-Valenti/dielle 

In Italia medici e infermieri sono sul piede di guerra e hanno annunciato lo sciopero generale per il 20 novembre. Ad innescare il forte mal contento è la legge di Bilancio, il cui testo è arrivato oggi (giovedì) in Parlamento. Per gli operatori sanitari sono infatti annunciati pochi aumenti e soprattutto saltano le nuove assunzioni previste. Un elemento che rischia di generare ulteriori problemi al sistema sanitario, già in difficoltà. 

Il settore esprime quindi profonda delusione nei confronti della cosiddetta manovra finanziaria. Anche perché il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti solo una settimana fa in conferenza stampa aveva annunciato 3,7 miliardi destinati alla sanità per i prossimi due anni. In realtà però per il 2025 i fondi stanziati sono solo attorno al miliardo, “una cifra assolutamente insufficiente per dare ossigeno al Servizio sanitario nazionale”, hanno affermato i sindacati di settore che hanno annunciato appunto lo sciopero per il prossimo 20 novembre.

I fondi sono insufficienti per garantire gli aumenti salariali promessi sostengono i sindacati, ma la vera batosta è che nel testo è sparito ogni riferimento ai 30’000 nuovi ingressi previsti nei prossimi tre anni. A saltare sarebbe quindi anche il cosiddetto piano assunzioni, che avrebbe dovuto dare nuovo vigore a un sistema sanitario nazionale in difficoltà anche a causa della stanchezza del personale costretto a salti mortali a causa, appunto del personale insufficiente.

Ben oltre un anno di attesa per una visita specialistica

Intanto, stando a un recente rapporto dell’associazione Cittadinanzattiva, i tempi delle liste d’attesa nella sanità italiana continuano ad aumentare. Per una visita specialistica si può attendere 430 giorni anziché i 120 massimo previsti, per una visita oncologica si sale a 480. Per una visita oculistica si attendono fino a 468 giorni, 159 invece quelli di attesa per un intervento legato al tumore alla prostata.

Tempi lunghi che sono anche la ragione principale per cui nel 2023 quattro milioni mezzo di italiani, il 7,6% (erano il 7% nel 2022), hanno smesso di curarsi, anche perché non hanno le risorse per ricorrere al privato.

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