Javier Milei attacca il WEF… al WEF

“Forum come questo sono stati protagonisti e promotori della sinistra agenda woke che sta facendo così tanti danni al mondo occidentale”. Lo ha detto il presidente argentino Javier Milei nel suo intervento di oggi (giovedì) al Forum economico mondiale (WEF) di Davos. E il contrasto con il direttore del WEF Boerge Brende non poteva essere più stridente, dopo che quest’ultimo lo ha introdotto chiedendo un applauso alla platea per il presidente argentino che “è riuscito ad abbassare drasticamente l’inflazione nel suo Paese”.

Il discorso di Milei è stato caratterizzato dalla lunga condanna dell’”agenda woke”, un “cancro” e “un virus mentale che è la maggiore epidemia del nostro tempo, che va curato”, ha detto. Femminismo, diversità, inclusione, diritto all’aborto, ecologismo e “l’aberrante giustizia sociale” sono infatti per Milei una scusa per espandere lo statalismo e distorcere le cause nobili.

Milei ha poi fatto eco alle parole del presidente statunitense Donald Trump - che proprio oggi nel tardo pomeriggio si collegherà in videoconferenza con il forum - parlando di una nuova era d’oro che sta per cominciare, di un momento storico in cui le regole stanno per essere riscritte. Ha poi concluso affermando “viva la libertà”, in anticipo di circa dieci minuti rispetto al programma, invitando i leader politici e le imprese a seguire l’esempio dell’Argentina nel “rendere l’Occidente di nuovo grande”, riprendendo appunto lo slogan trumpiano ‘Make America Great Again’.

Ma per farlo occorre rompere la catena ideologica del wokismo, ha sentenziato l’economista ed ex anchorman televisivo, che ha sottolineato di sentirsi meno solo ora in questa sua missione: “C’è il meraviglioso Elon Musk, la cara amica Giorgia Meloni, Viktor Orban, Benjamin Nethanyahu e Donald Trump...lentamente si sta formando un’alleanza internazionale delle nazioni che vogliono essere libere e che credono nella libertà” ha detto il presidente Argentino.