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Killer delle colf, caos a Cipro

Indagini mal condotte, si dimette ministro. Scoppia lo scandalo: migliaia di donne straniere in schiavitù

  • 3 maggio 2019, 10:23
  • 22 novembre, 22:18
01:30

RG 07.00 del 03.05.19 Il servizio di Manjula Bhatia

RSI Info 03.05.2019, 09:52

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Il ministro della Giustizia cipriota, Ionas Nicolau, si è dimesso in seguito alle polemiche sulle indagini mal condotte che hanno riguardato un serial killer, un capitano dell'esercito, che ha confessato di avere ucciso 5 donne - tutte collaboratrici domestiche straniere - e due bambine, figlie (di 6 e 8 anni) di due delle vittime. L'inchiesta potrebbe portare alla luce un numero ben maggiore di vittime: fino a 30, secondo alcuni media internazionali.

La vicenda ha terrorizzato gli abitanti dell'isola e acceso i riflettori su un sistema di sfruttamento che costringe migliaia di donne migranti a lavorare come colf in condizioni di sostanziale schiavitù.

Nicolau ha detto di avere preso la decisione per ragioni di "coscienza e principio", ma ha negato di avere responsabilità per "le apparenti carenze" da parte della polizia nella gestione iniziale dei casi delle donne brutalmente assassinate. Il ministro ha poi puntato il dito contro le "attitudini e percezioni" della società cipriota, evidentemente nei confronti degli stranieri, "che non fanno onore" al Paese.

Si tratta del primo caso di un omicida seriale a Cipro. Il killer conosceva le sue vittime su un sito di incontri online e, dopo averle frequentate per qualche tempo, le uccideva senza pietà.

Tutto è cominciato il 14 aprile, quando alcuni turisti hanno trovato per caso il corpo legato di una donna - una 38enne filippina - in un pozzo minerario allagato, vicino al lago tossico artificiale di Kokkinopezoula, 32km a ovest di Nicosia, che fa parte di un'ex miniera di pirite di rame. Da qui è scattata l'indagine che ha portato all'arresto del capitano, prima della scoperta di un secondo corpo, di un'altra filippina, trovato nello stesso pozzo il 20 aprile. Il serial killer è stato arrestato grazie ai messaggi scritti da una vittima su un sito di incontri: i due si sono frequentati per 6 mesi, prima della scomparsa della donna e di sua figlia di 6 anni (il cui corpo non è stato ancora trovato), nel maggio 2018.

Il capitano ha confessato di avere gettato tre delle sue vittime nel lago: domenica scorsa vi è stata trovata una valigia contenente un corpo in stato di decomposizione (non si conosce ancora l'identità di questa vittima), mentre qualche giorno prima un altro cadavere - probabilmente quello di una nepalese - era stato scoperto in un poligono di tiro militare a circa 15 km di distanza.

Mancano quindi all'appello i corpi delle due bimbe e di una donna rumena di 36 anni, a meno che i timori di alcuni inquirenti sul numero reale delle vittime del capitano non vengano confermati dalle indagini.

ATS/ANSA/M. Ang.

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